Papa Francesco: a Comece, “l’Europa ha futuro se è veramente unione”, no a “paradigma tecnocratico”

(Foto Vatican Media/SIR)

“L’Europa ha futuro se è veramente unione e non riduzione dei Paesi con le rispettive caratteristiche”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti all’assemblea plenaria della Comece, in corso a Roma fino a domani. “Quella europea non può essere un’unità uniforme, che omologa, ma al contrario dev’essere un’unità che rispetta e valorizza le singolarità, le peculiarità dei popoli e delle culture che la compongono”, il monito di Francesco: “Pensiamo ai padri fondatori: appartenevano a Paesi diversi e a culture differenti: De Gasperi e Spinelli italiani, Monnet e Schuman francesi, Adenauer tedesco, Spaak belga, Beck lussemburghese, per ricordare i principali”. “La ricchezza dell’Europa sta nella convergenza delle diverse fonti di pensiero e di esperienze storiche”, la tesi del Papa: “Come un fiume vive dei suoi affluenti. Se gli affluenti vengono indeboliti o bloccati, tutto il fiume ne risente e perde forza”. “La sfida è proprio questa: l’unità nella diversità”, ha spiegato Francesco: “Ed è possibile se c’è una forte ispirazione; altrimenti prevale l’apparato, prevale il paradigma tecnocratico, che però non è fecondo perché non appassiona la gente, non attira le nuove generazioni, non coinvolge le forze vive della società nella costruzione di un progetto comune”. “Il primo compito della Chiesa in questo campo è quello di formare persone che, leggendo i segni dei tempi, sappiano interpretare il progetto Europa nella storia di oggi”, l’appello del Papa a proposito del ruolo dell’ispirazione cristiana, che “nella fase originaria essa ha giocato una parte fondamentale, perché era nei cuori e nelle menti degli uomini e delle donne che hanno iniziato l’impresa. Oggi molto è cambiato, certo, ma rimane sempre vero che sono gli uomini e le donne a fare la differenza”.

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