“La guerra non può e non deve più essere considerata come una soluzione dei conflitti”. A ribadirlo è stato il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti all’assemblea plenaria della Comece, in corso a Roma fino a domani. “Se i Paesi dell’Europa di oggi non condividono questo principio etico-politico, allora vuol dire che si sono allontanati dal sogno originario”, il monito di Francesco: “Se invece lo condividono, devono impegnarsi ad attuarlo, con tutta la fatica e la complessità che la situazione storica richiede. Perché la guerra è un fallimento della politica e dell’umanità”. “La storia di oggi ha bisogno di uomini e donne animati dal sogno di un’Europa unita al servizio della pace”, la proposta del Papa: “Dopo la seconda guerra mondiale, l’Europa ha vissuto il più lungo periodo di pace della sua storia. Nel mondo però si sono susseguite diverse guerre. Nei decenni scorsi alcune guerre si sono trascinate per anni, fino ad oggi, tanto che si può parlare ormai di una terza guerra mondiale”. “La guerra in Ucraina è vicina, e ha scosso la pace europea”, l’analisi di Francesco: “Le nazioni confinanti si sono prodigate nell’accoglienza dei profughi; tutti i popoli europei partecipano all’impegno di solidarietà con il popolo ucraino. A questa corale risposta sul piano della carità dovrebbe corrispondere – ma è chiaro che non è né facile né scontato – un impegno coeso per la pace. Questa sfida è molto complessa, perché i Paesi dell’Unione europea sono coinvolti in molteplici alleanze, interessi, strategie, una serie di forze che è difficile far convergere in un unico progetto”. “Voi siete per natura un ponte tra le Chiese in Europa e le istituzioni dell’Unione”, le parole rivolte alla Comece: “Siete per missione costruttori di relazioni, di incontro, di dialogo. E questo è già lavorare per la pace. Ma non basta. Ci vuole profezia, ci vuole lungimiranza, ci vuole creatività per far avanzare la causa della pace. In questo cantiere ci vogliono sia gli architetti sia gli artigiani; ma direi che il vero costruttore di pace dev’essere sia architetto sia artigiano”.