Martedì 28 marzo, alle ore 19, si svolgerà la Via Crucis insieme alle persone senza dimora presso il centro di accoglienza straordinario promosso dalla Caritas diocesana e dalle comunità di Ostia nella parrocchia Santa Maria Regina Pacis (piazza Regina Pacis, 13). La liturgia, organizzata dai volontari che operano nel centro di accoglienza insieme alle Caritas parrocchiali della prefettura 26, sarà presieduta dal cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, e verrà animata dai volontari e dagli ospiti presenti nel centro. Il cardinale vicario si fermerà poi a cena con gli ospiti della struttura. Il rifugio di emergenza per senza dimora è attivo dal 18 gennaio scorso e resterà aperto fino al 30 aprile. La struttura, composta da tre tensostrutture attrezzate e riscaldate messe a disposizione da Croce Rossa Italiana, delle quali due allestite per dormitorio e una come refettorio, può ospitare ogni notte 16 persone garantendo anche la cena, la colazione e attività di animazione sociale. Si tratta di una iniziativa della Caritas di Roma in collaborazione con il Municipio X di Roma, che vede coinvolti i volontari delle parrocchie nelle prefetture 26 – 27 – 28 della diocesi di Roma, coordinati da operatori sociali professionali. Sono oltre dieci le parrocchie impegnate con gruppi di volontari per garantire anche i pasti e l’animazione sociale per le persone accolte. “L’iniziativa messa in atto dalla nostra parrocchia – osserva don Giovanni Vincenzo Patanè, parroco di Santa Maria Regina Pacis a Ostia – coinvolge in realtà tutte le prefetture della zona di Ostia. Da una stima approssimativa, al ribasso, sappiamo che a Ostia ci sono almeno 400 senza fissa dimora, tra quelli che dormono per strada e in pineta. E attualmente questa è l’unica struttura di accoglienza a Ostia. Un’iniziativa che è stato possibile realizzare grazie soprattutto ai volontari, che ci hanno stupito positivamente e sono molti di più di quelli che ci aspettavamo. Vengono con entusiasmo, con amore e spirito di servizio da tutte le parrocchie del territorio. Con questa struttura di accoglienza vogliamo anche far capire che i poveri sono i nostri ed è giusto che ce ne prendiamo cura. Spero che questa esperienza si possa ripetere anche l’anno prossimo e che possa in futuro diventare qualcosa di più stabile e duraturo”.