“Il crescente divario tra i rischi e gli ostacoli incontrati dai difensori dei diritti umani in Europa e gli standard che gli Stati hanno concordato devono essere un richiamo all’azione”. Lo afferma la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, in occasione della pubblicazione odierna di un rapporto su una tavola rotonda con difensori dei diritti umani di tutta Europa, tenutasi a Dublino nell’ottobre 2022. Secondo la relazione “la maggiore attenzione per la sicurezza nazionale e la sicurezza pubblica rispetto ai diritti umani, mentre crescevano le disuguaglianze aggravate dalla crisi ambientale, la pandemia e l’ascesa di governi populisti e programmi contro lo stato di diritto, ha ostacolato la difesa dei diritti umani e l’attivismo civico”. Nel rapporto la commissaria sottolinea: “Le autorità statali dovrebbero denunciare la violenza e ogni forma di intimidazione nei confronti dei difensori dei diritti umani e astenersi dalle vessazioni amministrative e giudiziarie”, con l’intento “di ostacolare le loro legittime attività o di metterli a tacere”. Gli Stati “dovrebbero garantire l’esercizio della libertà di espressione, di riunione e di associazione e assicurare la responsabilità per qualsiasi violazione dei diritti umani contro i difensori dei diritti umani, anche da parte di attori non statali”.