Terremoto in Umbria: la testimonianza dei monaci dell’Eremo di Montecorona. “Vicini agli sfollati”

“Come tutti, le scosse del terremoto del 9 marzo scorso ci hanno sorpresi e anche impauriti”. A dirlo, in una testimonianza raccolta dall’Ufficio stampa diocesano di Perugia-Città della Pieve e diffusa oggi, sono i dodici monaci della Famiglia monastica di Betlemme, dell’Assunzione della Vergine Maria e di San Bruno che abitano, in clausura, l’Eremo di Montecorona (secolo XVI), nell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve. È situato sulla sommità di una collina, nella zona dell’Alta Umbria interessata dal sisma di due settimane fa che ha costretto più di 700 persone a lasciare le proprie abitazioni inagibili e la chiusura di diverse attività produttive, mettendo a dura prova le località di Pierantonio, Pian d’Assino, Badia di Montecorona e Sant’Orfeto, tra i comuni di Perugia ed Umbertide.
I monaci, nel proseguire il loro racconto, esprimono preoccupazione non per il loro monastero, che “non ha sofferto danni tali da rendere inagibile l’insieme della struttura – affermano –, salvo tre ambienti che dopo una verifica sono stati considerati per ora inagibili”, ma per le tante persone sfollate di Pierantonio e Pian d’Assino che “non possono più abitare nelle loro case per il momento, tra cui alcune famiglie a cui siamo legati”. “La nostra vicinanza si esprime tramite la preghiera quotidiana per gli sfollati. Preghiamo anche per le autorità civili, affinché abbiano la saggezza e la forza per prendere decisioni che tengano conto delle persone in difficoltà e diventino operative in tempi brevi”.

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