(Milano) “Lo spirito maligno è spregevole. Tormenta l’indifeso. Si approfitta di chi è debole. Fa paura a quelli che non possono difendersi. Lo spirito maligno pretende di dominare la città, perché spaventa tutti tormentando qualcuno. Lo spirito maligno è astuto si insinua nelle porte lasciate aperte, si presenta come se avesse una soluzione da offrire, una medicina per curare e invece offre un veleno che rovina la vita”. Così mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, ha iniziato l’intervento durante la celebrazione, tenutasi questa sera nella chiesa di Santo Stefano, alla vigilia della Giornata in memoria delle vittime innocenti delle mafie (21 marzo). A Milano sono giunti oggi oltre 500 parenti delle vittime, provenienti da tutta Italia. Poi, dalle 18 alle 20, la veglia di preghiera ecumenica, con la lettura dei nomi di 1.069 vittime, cui sono seguiti i nomi dei morti nel naufragio di Cutro. Presenti in chiesa, piena di fedeli, don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, i rappresentanti delle religioni presenti a Milano, gli stessi parenti delle vittime.
“Lo spirito maligno è abile nel sedurre: comincia con il chiedere poco e finisce per prendere tutto”, ha detto Delpini. “Lo spirito maligno è abile nel creare illusioni: si presenta come un sistema invincibile, ma in realtà abita in persone che gli vendono l’anima; si presenta come capace di dare sicurezza e benessere ma in realtà diffonde spavento e miseria”.
Ma “lo spirito maligno è umiliato e cacciato via. Non nella battaglia in campo aperto e a viso scoperto, perché lo spirito maligno ha paura della luce e si nasconde nelle tenebre. Ma lo spirito maligno è cacciato via perché si fanno avanti i figli della luce, uomini e donne di fede che sconfiggono il male non perché vogliono vendicarsi del male subito. Entrano nel grigiore delle vite perse e delle strade senza uscita e invocano la luce, indicano la strada della conversione, della penitenza, della riparazione”. “I figli e le figlie della luce cacciano via lo spirito maligno perché sono uomini e donne di fede: credono in Dio che vuole la salvezza di tutti gli uomini e vuole che i suoi figli siano fratelli e sorelle. […] Credono in Dio, perciò credono nella vita eterna e sono certi che il Padre dona vita eterna e felice ai familiari, ai parenti, agli amici che la viltà e la crudeltà degli uomini ha condannato a morte”.
Mons. Delpini ha aggiunto: “credono in Dio e perciò credono in coloro che sono a servizio del bene comune e li incoraggiano a costruire un convivere nella legalità, nella giustizia. E ricordano i troppi servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la loro onestà e professionalità e pregano per loro. Credono in Dio e perciò hanno fiducia, pregano e operano, reagiscono allo scoraggiamento e si fanno coraggio a vicenda. Non si aspettano di vincere rapidamente tutte le mafie, ma credono che la battaglia si vince giorno per giorno, incontro per incontro, persona per persona. Camminano e non vogliono fermarsi, camminano e chiedono aiuto e non vogliono fermarsi, camminano e pregano e non vogliono fermarsi. Credono in Dio e perciò si radunano a pregare, a protestare, a sperare, a costruire percorsi di legalità, di giustizia, di pace”.