Vittime delle mafie: Liliana Segre a don Ciotti, “ci unisce il culto della memoria. Diffondere la cultura della cura”

“Libera da tanti anni conduce una battaglia indefessa e coraggiosa contro la mafia, contro l’organizzazione criminale, ma anche contro le connivenze politiche che talvolta si registrano e contro gli interessi economici che si nascondono e proliferano dietro l’attività criminosa”. Lo scrive la senatrice a vita Liliana Segre in un messaggio inviato a Luigi Ciotti e ai familiari delle vittime innocenti delle mafie in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno che si svolge il 21 marzo a Milano. “Ma quest’anno la situazione è particolare. Intanto perché per il secondo anno continua una sanguinosa guerra di aggressione da parte della Russia ai danni dell’Ucraina, il che significa, morti, distruzione, milioni profughi. Poi la recente strage di migranti consumatasi nel mare di Cutro ci ripropone in tutta la sua drammaticità una questione epocale ovvero la mancanza di serie politiche di salvataggio e accoglienza di migliaia di persone che fuggono dalla guerra e dalla fame. Se ci fate caso le nostre traiettorie si incrociano nel nome della memoria e dell’impegno”.
Segre aggiunge: “Io come una delle ultime testimoni di qualcosa di inaudito come la Shoah, voi con l’impegno da sempre contro la mafia, tutti noi a testimoniare e denunciare lo scandalo di uomini e donne, bambine e bambini costretti alla morte in mare per criminale sordità e insensibilità. Bisogna fare di più, molto di più. In Italia, in Europa, nel mondo. Ciò che ci unisce è quindi proprio il culto della memoria. Ricordare le vittime della Shoah e di tutti genocidi, le vittime della mafia e dei poteri criminali, le vittime della tratta di esseri umani e di aberranti politiche verso i migranti”.
“Quest’anno voi avete deciso di leggere, insieme ai nomi delle vittime della mafia anche i nomi delle persone, adulti e minori, morte nella tragedia di Cutro. Condivido del tutto questa scelta. Perché si tratta di persone. Che hanno un nome e un cognome. Una storia, una identità, una vita”.
Più avanti il messaggio afferma: “È la cultura della cura che dobbiamo diffondere. I care come diceva don Milani. Me ne curo. Mi interessa. Il contrario del motto fascista: me ne frego!”.
“Quest’anno la nostra Costituzione compie 75 anni dall’entrata in vigore. Il modo migliore per conservare la fedeltà ai suoi valori è restare ciascuno al proprio posto e nella propria responsabilità nell’opera di difesa e di promozione della pace, della giustizia, dell’uguaglianza, della solidarietà”.

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