“Nostro caro presidente, oggi sei tra noi, nella terra dei Casalesi. Don Peppe Diana era casalese, noi siamo ragazzi casalesi. E, come eredi di questa terra, ti siamo grati per questa visita, che interpretiamo, non solo come omaggio a un testimone prezioso del coraggio, della schiettezza e della passione, di cui, qui, siamo capaci, ma come incoraggiamento a proseguire nel cammino di riscatto, in cui, ormai da anni, ci siamo inoltrati. Questa nostra città, di cui siamo figli devoti, è ormai una comunità, che guarda avanti con occhi nuovi, così siamo tornati a progredire ‘insieme’, nel ‘rispetto reciproco’”. È un passaggio della lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dal Parlamento studentesco dell’Istituto comprensivo don Diana di Casal di Principe, scuola-polo del cammino di comunità “A piccoli passi” per la memoria di don Peppe Diana. La lettera gli sarà consegnata domani, 21 marzo, nel corso della sua visita a Casal di Principe. “Noi ragazzi casalesi ci stiamo lasciando alle spalle una storia pesante, da cui ci sentiamo molto, molto distanti e da cui non vogliamo più essere condizionati. Eppure, è una storia che sappiamo di non dover dimenticare, per potercela davvero lasciare alle spalle … ‘per sempre’. ‘Nulla di quel che è stato si può cancellare… Ma non c’è nulla che non si possa rovesciare’. Con noi, la parola ‘casalesi’ non sarà più associata a sopraffazione, disprezzo della vita, criminalità. ‘Noi’ faremo in modo che questa parola sia, sempre più, associata a coraggio, responsabilità, senso di comunità”, scrivono gli studenti nella lettera.
“Nostro caro presidente, noi ragazzi dell’Istituto comprensivo don Diana – aggiungono – siamo partecipi di un patto di fratellanza con altre 20 e più scuole del primo ciclo (quelle dei bambini e dei preadolescenti), scuole di questo territorio, ormai noto ai più come ‘Terra dei fuochi’. Noi non rinneghiamo neppure questa appartenenza, impegnati come siamo a essere noi ‘i fuochi ardenti di questa terra’. E, con ardore, attraverso i nostri organi elettivi, abbiamo chiesto a tutta la grande famiglia del cammino di comunità ‘A piccoli passi’ (oltre 20.000 piccoli studenti), di condividere con noi la memoria di don Peppe Diana. Don Peppe, non solo come martire, ma come giovane tra i giovani, capace di proporre, oltre trent’anni fa, la via del coraggio e della bellezza. Una via, incardinata sulla necessità di essere ‘segno di contraddizione’, in un tempo e in luoghi, in cui sembrava che la cultura della morte stesse soffocando la vocazione alla vita, che è in fondo al cuore degli uomini, di tutti gli uomini”. Gli studenti precisano: “Noi oggi, ora come allora, dobbiamo riuscire a essere ‘segno di contraddizione’ in tempi in cui, in altri modi, nuovamente e per un nonnulla, si aggredisce l’altro, lo si può addirittura uccidere, senza poi neppure saper spiegare il perché”.