“Accanto al dispiacere per la perdita di una presenza secolare (i Cappuccini sono giunti a Rovigo nel 1568: il primo convento si trovava nell’attuale Corso del Popolo presso la chiesa di San Michele), che ha segnato la vita religiosa (e non solo) della città, desidero rivolgere un vivo ringraziamento per il bene fatto e l’auspicio che attraverso la Fraternità di Lendinara sia possibile tenere vivo in Polesine il carisma francescano”. Lo scrive mons. Pierantonio Pavanello, vescovo di Adria-Rovigo, dopo che oggi la Provincia veneta dei Frati Cappuccini ha reso pubbliche le decisioni del Capitolo provinciale, ufficializzando la chiusura di alcuni conventi, tra cui quello di Rovigo, per la diminuzione del numero dei frati e la età media sempre più elevata. Delle tre comunità fino a non molti anni fa presenti in Polesine (Adria è stata chiusa una decina di anni fa), rimarrà solo quella di Lendinara.
“Comprendo lo smarrimento di tanti fedeli che fanno riferimento per la loro vita cristiana al Convento dei Cappuccini di Rovigo, ma allo stesso tempo invito tutti a cogliere in questo evento un ‘segno dei tempi’, un messaggio che il Signore ci rivolge per la nostra conversione – evidenzia mons. Pavanello -. Siamo ancora troppo legati ad una modalità di accostarci al fatto religioso come ad un servizio di cui usufruire per soddisfare il nostro bisogno di consolazione e di rassicurazione. Più che discepoli e testimoni, rischiamo di essere dei ‘consumatori’ di servizi religiosi. La perdita progressiva di personale e di risorse materiali che la Chiesa sta vivendo, deve spingerci a farci carico in prima persona della comunità ecclesiale, assumendoci dei servizi e delle responsabilità in ordine alla vita cristiana e alla testimonianza. Anche il ritrovarci in una chiesa più piccola e più povera deve essere di stimolo per una vita più fraterna ed evangelica”.
Il vescovo, infine, precisa: “Per quanto riguarda i servizi prestati finora dai Frati Cappuccini, la diocesi, per quanto possibile, cercherà di assicurare nelle chiese della città il ministero delle confessioni e sta studiando la sede e le modalità nelle quali continuare ad offrire il servizio della mensa per persone povere e bisognose, assicurato finora dal Convento dei Cappuccini”.