Papa Francesco: “non rimanere indifferenti di fronte a povertà morale, culturale ed economica”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Il primato dell’amore di Dio, l’attenzione al mondo che cambia e la dolcezza paterna della carità”. Sono i tre aspetti della vita e dell’apostolato raccomandati dal Papa ai membri della Congregazione di San Giuseppe (Giuseppini del Murialdo), ricevuti in udienza in occasione del 150° anniversario di fondazione. “L’esperienza dell’amore di Dio ha segnato profondamente la vita di San Leonardo”, ha ricordato il Papa a proposito del carisma di San Leonardo Murialdo, che nel 1873 ha fondato la Pia Società torinese di San Giuseppe per la cura e la formazione soprattutto dei giovani operai. “Lo faceva a Torino, in un contesto duro, segnato da tanta povertà morale, culturale ed economica, di fronte alla quale non è rimasto indifferente: ha raccolto la sfida e si è messo al lavoro”, ha sottolineato Francesco: “ Lasciarsi amare da Dio: questo è stato il segreto della sua vita e del suo apostolato. E l’invito vale anche per noi: lasciamoci amare da Dio per essere testimoni credibili del suo amore; lasciamo che sia sempre più il suo amore a guidare i nostri affetti, pensieri e azioni”. “San Leonardo Murialdo era certamente un uomo profondamente mistico”, il ritratto del Papa: “Proprio questo, però, lo ha reso anche molto attento e sensibile ai bisogni degli uomini e delle donne del suo tempo, di cui è stato un osservatore acuto e un profeta coraggioso. Ha saputo accorgersi dell’esistenza, attorno a sé, di disagi nuovi, gravi e spesso nascosti, e non ha esitato a prendersene cura. Ha insegnato in particolare ai giovani lavoratori a progettare il loro futuro, a far sentire la loro voce e ad aiutarsi a vicenda. Si è fatto portavoce della parola profetica della Chiesa in un mondo dominato da interessi economici e di potere, dando voce ai più emarginati. Ha saputo poi cogliere il valore del laicato nella vita e nell’apostolato del Popolo di Dio”.

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