Covid-19: Fnomceo, 397 i medici morti. Anelli, “dare valore al Ssn è la lezione che ci lascia. Investire su capitale umano e sanità pubblica”

“Dare il massimo valore possibile al Ssn: questa la lezione più importante che il Covid ci lascia. E, per farlo, è fondamentale, come indicato ieri dal ministro della Salute Orazio Schillaci, investire sul capitale umano del Ssn, rendendo la sanità pubblica più attrattiva”. A ribadirlo, il presidente della Fnomceo Filippo Anelli, in un video per Fnomceo Tg Sanità, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus, che si celebra domani. Anche le bandiere della sede federale, come quelle di tutti gli edifici pubblici, saranno a mezz’asta.
“Sono passati tre anni da quando il Covid è arrivato nel nostro paese – esordisce Anelli – e si celebra la giornata del ricordo delle vittime del covid, una giornata oggi che ci riporta alla mente quello che è stato nel passato, quello che abbiamo visto: momenti drammatici dove i nostri anziani, soprattutto le persone più fragili sono morti, hanno sofferto. Abbiamo perso tantissimi colleghi, tantissime sono state le vittime, proprio per una pandemia dovuta a un virus che non conoscevamo”. Sono infatti 379 i medici scomparsi per il Covid e ricordati sul portale Fnomceo. 480mila gli operatori sanitari contagiati, tra infezioni e reinfezioni.
Oltre che per fare memoria dei colleghi caduti sul campo, dei provvedimenti assunti, della grande capacità della scienza e dei medici di “rimettere in piedi una strategia per curare le persone, per uscire dalla pandemia”, Anelli sottolinea che “i vaccini hanno rappresentato per noi lo strumento fondamentale oggi per riprendere quella vita civile che in quel momento ci sembrava completamente negata dal lockdown”.
Eppure, ammette il presidente Fnomceo, “il sistema non ha dato dimostrazione di aver imparato dal passato. Sono ancora poche le risorse impegnate sui professionisti, e quella svolta che tutti avevamo chiesto non si è ancora realizzata. Abbiamo bisogno di un Servizio sanitario nazionale che punti sui professionisti, che dia più forza alle professioni sanitarie, perché solo attraverso un lavoro in team, un lavoro multiprofessionale si riesce oggi a garantire quel diritto alla salute che i cittadini invocano come necessario e che oggi è, sembra essere, in discussione in questo paese. Noi quel sogno di un Servizio sanitario universalistico equo e solidale vogliamo mantenerlo, vogliamo che quella realizzazione sia ancora oggi valida per le future generazioni”.

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