Con una lettera comune, i culti riconosciuti in Romania chiedono alla ministra romena dell’istruzione, Ligia Deca, di modificare le proposte legislative che cambiano l’attuale legge dell’insegnamento. I tredici rappresentanti religiosi avvertono che certe modifiche sono discriminatorie e contraddicono diritti garantiti dalla Costituzione romena: il diritto dei genitori di assicurare ai propri figli un’istruzione conforme alle proprie convinzioni religiose; la libertà dell’insegnamento religioso, secondo le specificità di ogni culto; il diritto dei culti di organizzare il proprio insegnamento teologico. Inoltre, i leader religiosi propongono l’inserimento della religione tra le materie a scelta libera per l’esame di maturità, e chiedono di eliminare l’obbligo di promuovere nelle scuole “la diversità”. In un commento, Vasile Bănescu, portavoce del Patriarcato ortodosso romeno, ha spiegato che “la religione è una materia che può aprire una finestra verso un orizzonte più vasto” e che “è inevitabilmente una parte essenziale del codice morale, sociale e culturale del mondo nel quale viviamo”. I rappresentanti dei culti hanno ricordato, inoltre, che lo Stato romeno riconosce il ruolo spirituale, educativo, socio-caritatevole e culturale dei culti e hanno manifestato il desiderio di “collaborare di più con lo Stato per promuovere un’educazione integrale”, “perché la mancanza di senso esistenziale della società tecnicista d’oggi ha conseguenze negative sull’orientamento dei giovani nella società”.