“Il nostro punto di partenza come società deve essere quello di riconoscere i migranti e i rifugiati come persone. Dobbiamo capire le loro storie, le ragioni per cui hanno lasciato le loro terre d’origine e le speranze di costruire un futuro qui”. Lo afferma il vescovo Paul McAleenan, responsabile per i Migranti e i Rifugiati della Conferenza Episcopale d’oltre manica, presentando “Love the Stranger”, una nuova pubblicazione del Dipartimento per gli affari internazionali della Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles. Un testo articolato per un approccio al fenomeno migratoria che “pone l’essere umano al centro dell’azione pastorale, guardando oltre le statistiche e le politiche, alla persona – ognuna con un nome, un volto e una storia”. Il documento offre 24 principi guida ed è sostenuto da Santa Sede, Comece, Cafod, Csan e la “Caritas Social Action Network”. Nel presentare la pubblicazione, la Conferenza episcopale afferma: “nel 2023, le persone che compiono viaggi pericolosi attraverso la Manica per raggiungere il Regno Unito vengono chiamate con vari nomi: ‘rifugiati’, ‘richiedenti asilo’, ‘migranti’ e spesso con termini più dispregiativi”. I vescovi inglesi chiedono un drastico rovesciamento di prospettiva. Se ne fa portavoce mons. McAleenan: “Non dovremmo mai vedere le persone che arrivano da altrove come un problema politico da risolvere quanto piuttosto come fratelli e sorelle verso i quali abbiamo una responsabilità e che arricchiscono molto le nostre comunità”. “Le persone sono spinte a lasciare i propri paesi, a volte facendo viaggi pericolosi o rischiando lo sfruttamento, a causa di conflitti, povertà, oppressione o mancanza di opportunità. Guardando oltre i nostri confini, abbiamo il dovere di aiutare le persone a prosperare nelle loro terre d’origine ma anche accogliere coloro che partono alla ricerca di una vita migliore”. A sostenere le tesi contenute nella pubblicazione, c’è il card. Vincent Nichols, presidente della Conferenza episcopale: “Love the Stranger – dice – riunisce più di cento anni di insegnamento cattolico per guidare la nostra risposta alla migrazione in Inghilterra e Galles oggi. Sebbene non proponga soluzioni dettagliate a problemi complessi, richiede chiaramente procedure che consentano un accesso sicuro e controllato e un equo ascolto a coloro che chiedono asilo. Le attuali disposizioni in questo paese sono drammaticamente carenti in entrambi questi requisiti”. Padre Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha elogiato “la ricca” riflessione contenuta nel testo sottolineando lo sforzo a “costruire società più giuste ed eque a beneficio di ogni singola persona”, e l’invito – secondo l’insegnamento sociale cattolico – ad “essere aperti al contributo che gli stranieri possono offrire”. Plauso condiviso anche da padre padre Manuel Barrios Prieto, Segretario Generale della Comece (Commissione delle Conferenze Episcopali Cattoliche dell’Unione Europea) che definisce la pubblicazione come “un importante passo avanti verso la promozione e la protezione dei migranti”: “Questo documento di sensibilizzazione sulla risposta cattolica al fenomeno dei migranti e dei rifugiati – aggiunge – è un riferimento e una guida tempestivi per le nostre società europee polarizzate e per un’armoniosa convivenza sociale. Non si tratta di una mera raccolta di principi della Dottrina sociale della Chiesa in materia, ma di una riflessione su come tali principi debbano essere applicati alle attuali sfide che devono affrontare i nostri Stati e le nostre società”.