Oggi, lunedì 13 marzo, presso la Sala Valeriano (in piazza del Gesù, 2) a Napoli, è stato presentato alla stampa il restauro della facciata della chiesa del Gesù Nuovo. Il restauro, promosso dai Gesuiti (Provincia euro-mediterranea della Compagnia di Gesù), svela un’opera dal prezioso valore storico e culturale con interventi che hanno interessato il bugnato, gli elementi marmorei di fregio, il fronte sinistro della chiesa, i finestroni.
“La facciata storica è stata restituita alla città – ha spiegato il teologo gesuita, padre Jean-Paul Hernandez -, ora napoletani e turisti non vedranno più i ponteggi, che per un anno avevano tenuto nascosto un intenso lavoro di ripulitura e restauro. La facciata ‘si svela’ come mai avvenuto prima e scopriamo ‘non solo una facciata’. Le bugne caratteristiche che rendono il Gesù Nuovo di Napoli un monumento di interesse internazionale sono state riportate alle tonalità originarie del loro piperno”.
“Da oggi – ha aggiunto – possono essere ammirate così come le potevano vedere i loro costruttori nel 1470, ben prima che diventasse la facciata di una chiesa. Infatti, all’origine, questa era la facciata del palazzo nobiliare che i principi Sanseverino di Salerno fecero costruire in un luogo di Napoli da dove potevano, a quei tempi, facilmente osservare il porto. In una lapide conservata sulla sinistra della facciata compare anche il nome dell’architetto: Novello di San Lucano”.
Mons. Franco Beneduce, vescovo ausiliare di Napoli, ha ribadito la “volontà della Compagnia di Gesù di recuperare un simbolo per la città e per la Chiesa tutta e di restituire bellezza ad un luogo in cui ci si prende cura del prossimo”.
“Due ragioni – ha detto padre Roberto Del Riccio, provinciale della Provincia euro-mediterranea della Compagnia di Gesù – ci hanno spinto a questo intervento impegnativo in termini di risorse umane. Restituire alla città un bene prezioso che le appartiene, al di là di chi sia il proprietario. Era importante restituire ai fedeli napoletani un luogo molto amato, non solo per la profonda devozione a san Giuseppe Moscati e la costante presenza di gesuiti che si dedicano al ministero della riconciliazione”. “Inoltre – ha osservato – è bello sottolineare la dimensione di sinodalità: abbiamo cominciato questo lavoro insieme alla diocesi e il lavoro in sinergia, all’interno della Chiesa, è fondamentale. I problemi e le risorse economiche necessarie sono così ingenti che nessuno può riuscire da solo. Il metodo di concertazione che abbiamo attuato speriamo possa essere una buona pratica messa sempre più a sistema e non solo un felice episodio”.
Sono intervenuti alla presentazione del restauro anche la funzionaria di zona per la Soprintendenza, Elisa Di Crescenzo, e i due direttori dei lavori, Gianfranco Bidello e Pasquale Raffa.
Ha concluso il nuovo parroco e superiore della comunità dei padri gesuiti del Gesù Nuovo, padre Guglielmo Pireddu, che ha ribadito come “la ristrutturazione di ciò che c’è dietro la facciata abbia come unico scopo dire Gesù. Restituire e riconsegnare alla vista i colori originari della facciata, ingrigita dal tempo, significa ri-colorare il nostro futuro attraverso i corsi di formazione di archeologia e per le guide turistiche campane. Dal prossimo 18 marzo ripartiranno anche gli itinerari gratuiti di arte e fede”.