Nell’anniversario dei dieci anni dall’elezione di Papa Francesco, secondo il direttore di Aggiornamenti Sociali, Giuseppe Riggio, stupisce come il pontefice argentino “continui a essere una delle figure pubbliche più stimate a livello mondiale, dentro e fuori la Chiesa cattolica”. “Oggi – continua il direttore nell’editoriale del nuovo numero della rivista – viviamo in un tempo in cui tutto si consuma rapidamente, incluso il credito accordato a quanti hanno una responsabilità a livello politico, sociale ed ecclesiale. In questo scenario Papa Francesco non è stato accantonato una volta sbiadito l’effetto ‘novità’, ma anzi è ancora ritenuto credibile e per questo autorevole, un riferimento a cui rivolgersi in una fase storica confusa e liquida”.
La sua è una leadership di “prossimità”, infatti “fin dai primi gesti e discorsi – sottolinea Riggio – Papa Francesco ha mostrato una straordinaria sintonia con le persone che incontra, grazie alla sua capacità di sentire e riconoscere le gioie e gli affanni che provano senza lasciare che l’incarico ricevuto si tramuti in un ostacolo all’ascolto e all’incontro”.
Oltre all’attenzione all’ascolto e al dialogo, il direttore di Aggiornamenti Sociali considera rilevante un altro aspetto nello stile adoperato finora da Papa Francesco: la capacità di vivere la “dimensione del conflitto”. In questi anni “il pontefice si è confrontato con conflitti in cui era una delle parti in causa (ad esempio, nei rapporti con la Chiesa statunitense o con l’episcopato tedesco); oppure è stato sollecitato ad intervenire da testimone esterno; o in altri casi ancora ha avvertito l’urgenza di levare la propria voce per denunciare l’insensatezza di tante situazioni di violenza e predazione. In ognuna di queste occasioni non ha mai rifiutato l’esistenza della dinamica di conflitto, ma lo ha affrontato alla ricerca di una sintesi nuova e promettente, di una riconciliazione”. Papa Francesco ha dunque mostrato quanto possa essere “dannosa la logica dei personalismi”, soprattutto di fronte alla guerra, mentre è sempre più importante “riconoscere e chiedere perdono per gli errori che sono stati commessi”.
“Quella di papa Francesco – conclude Riggio – è anche una leadership capace di non restare schiacciata nel presente, ma di leggere il tempo che stiamo vivendo con la consapevolezza del cammino già percorso e lo sguardo verso il domani. Un futuro accolto non come un destino da subire, ma come un sogno da costruire”.