Terremoto in Turchia e Siria: presenza e interventi dei frati cappuccini dell’Emilia-Romagna a favore delle popolazioni colpite

Un mese fa, uno dei più violenti terremoti della storia ha raso al suolo intere aree di Turchia e Siria. I frati cappuccini dell’Emilia-Romagna sono presenti con missioni in Turchia dal 1927, distribuiti in cinque conventi: Yesilkoy (Istanbul), Bayrakle (Izmir), Meryemana (Selcuk, antica Efeso), Mersin, Antakya (antica Antiochia). Il ministro provinciale fra’ Lorenzo Motti si è recato nei luoghi del disastro e il 12 marzo, altri tre frati si recheranno in Turchia per portare aiuto. Fra’ Lorenzo riporta che nel convento di Mersin sono ospitate circa 70 persone, tra cui una decina di minori e un neonato di due mesi che ha perso il padre. Il convento è stato il primo “rifugio” dopo le scosse per la comunità cattolica, “e ha un forte valore nel rispondere ai bisogni spirituali dei terremotati, in questo momento di estremo sconforto, oltre che materiali”. “Le persone, infatti, sono traumatizzate, perché – spiega un comunicato – continuano le scosse, alcune delle quali ancora con magnitudo superiore al quinto grado. Qualche famiglia, addirittura, si rifiuta ancora di consumare i pasti al chiuso per la paura dei crolli. Altre persone, soprattutto famiglie cristiane di Antiochia e Iskenderun, continuano a chiedere ospitalità. Oltre a questa, vengono garantiti i pasti e il vestiario”.
Per l’immediato futuro i frati progetteranno percorsi per aiutare le famiglie a superare l’emergenza. È stato proposto ad alcune famiglie di essere ospitate anche nei conventi di Selcuk e Izmir. Una famiglia con un bambino piccolo è già ospitata nel convento di Istanbul. “Abbiamo anche fatto giungere aiuti concreti ai paesi terremotati in Siria tramite i nostri confratelli del Libano, che hanno organizzato dei tir con beni di prima necessità e li hanno consegnati direttamente”.

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