“Cari amici, ci incontriamo in occasione della presentazione del volume ‘Più leadership femminile per un mondo migliore. Il prendersi cura come motore per la nostra casa comune’. Esso tratta di un tema a me molto caro: l’importanza del prendersi cura. È stato uno dei primi messaggi che ho voluto dare alla Chiesa fin dall’inizio del mio Pontificato, ricordando il modello di San Giuseppe, tenero custode del Salvatore”. Lo ha affermato Papa Francesco ricevendo oggi in udienza i membri della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice e della Strategic Alliance of Catholic Research Universities.
“Vorrei sottolineare tre aspetti del prendersi cura quale apporto delle donne per una maggiore inclusività, per un maggior rispetto dell’altro e per affrontare in modo nuovo sfide nuove. In primo luogo – ha detto il papa – per una maggiore inclusività. Nel volume si parla del problema delle discriminazioni che spesso colpiscono le donne, come altre categorie deboli della società. Tante volte ho ricordato con forza che la diversità non deve mai sfociare nella disuguaglianza, ma piuttosto in una grata e reciproca accoglienza. La vera sapienza, con le sue mille sfaccettature, si impara e si vive camminando insieme, e solo così diventa generatrice di pace. Questa vostra ricerca è dunque un invito, grazie alle donne e in favore delle donne, a non discriminare ma a integrare tutti, specialmente i più fragili a livello economico, culturale, razziale, religioso e di genere. Nessuno deve essere escluso: questo è un principio sacro”.
“Secondo apporto: per un maggiore rispetto dell’altro. Ogni persona va rispettata nella sua dignità e nei suoi diritti fondamentali: istruzione, lavoro, libertà di espressione, e così via. Questo vale in modo particolare per le donne, più facilmente soggette a violenze e soprusi. Non possiamo tacere di fronte a questa piaga del nostro tempo. Non lasciamo senza voce le donne vittime di abuso, sfruttamento, emarginazione e pressioni indebite! Facciamoci voce del loro dolore e denunciamo con forza le ingiustizie a cui sono soggette, spesso in contesti che le privano di ogni possibilità di difesa e di riscatto. Ma diamo anche spazio alla loro azione, naturalmente e potentemente sensibile e orientata alla tutela della vita in ogni stato, età e condizione”.