“Il Cammino sinodale ha raggiunto tutte le parti della Chiesa universale”. Lo ha detto mons. Antonio Mura, vescovo di Nuoro e di Lanusei, intervenendo oggi a Roma all’Assemblea nazionale dei referenti diocesani del Cammino sinodale delle Chiese in Italia. Mons. Mura, di ritorno da Praga dove ha guidato la delegazione italiana all’Assemblea continentale del Cammino sinodale ha spiegato come si è dato “grande spazio all’ascolto delle persone presenti e delle esperienze che portavano dai loro territori (dalla Russia, all’Ucraina, passando dalla Turchia e da Malta, arrivando al Portogallo fino all’Irlanda, ai Paesi nordici e alla Germania). Un ascolto vissuto come conversazione spirituale, metodo che conosciamo e che ha contraddistinto anche il nostro cammino”. “Il metodo scelto e quindi proposto, credo abbia dato spazio allo Spirito santo di essere protagonista, e questo conferma che la metodologia non è solo tecnica ma può favorire una autentica esperienza di Chiesa. Da questo scenario – ha precisato mons. Mura – è emersa prepotentemente la bellezza e la complessità dell’Europa in questo momento. La bellezza rappresentata dalla diversità delle storie, delle culture, dei riti e delle tradizioni, non solo quindi della lingua. La complessità emerge dalla velocità diversa con la quale camminano i Paesi e i territori, anche nella vita di fede; questo comporta valutazioni e orizzonti spesso non assimilabili, ma comunque sempre reali e da rispettare senza pregiudiziali”. In tal senso, mons. Mura ha sottolineato “l’importanza di dare sempre più spazio nelle comunità alla Parola, all’Eucaristia e al silenzio” e “la necessità di una Chiesa che in ogni parte d’Europa sia accogliente ed includente verso tutti” con la “consapevolezza di essere soggetti ecclesiali, parte del tutto e mai da mettere da parte. Perché la vera dignità nasce dal battesimo”. All’evento è intervenuto Gioele Anni, membro del Comitato nazionale del Cammino sinodale che ha presentato il lavoro svolto nei due anni dai Cantieri di Betania del Cammino sinodale. “Cantieri che non hanno data di scadenza e sono sempre aperti in un’ottica di circolarità e non linearità. I Cantieri difatti sono già esperienza di Chiesa sinodale per mettere in pratica quello stile nuovo in cui l’esperienza del territorio innervano le realtà nazionali e globali”.