“Celebriamo questa santa messa per la pace aderendo ad una grande catena di preghiera che coinvolge le Chiese cattoliche di tutte le nazioni europee. Constatando quanto siano deboli le capacità e le volontà umane di cercare vie di intensa per far tacere le armi nella martoriata Ucraina, vogliamo intensificare la nostra supplica alla misericordia di Dio Padre, unendoci all’offerta del sacrificio di Cristo”. Lo ha detto, stasera, mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, in cattedrale, in occasione della celebrazione per la pace, in particolare in Ucraina.
“Al nostro Dio chiediamo il dono della pace e a noi spetta l’impegno di invocarlo senza stancarci, unendo i cuori e le voci a quelle di tutti i fratelli di fede che vivono nel nostro continente. Poniamo la nostra supplica sotto l’intercessione di Maria alla quale ci affidiamo con il titolo di Regina della pace”, ha affermato il presule, augurandosi che “questa catena di preghiere che spiritualmente abbraccia l’Europa, tocchi i cuori di coloro che hanno la possibilità di influire in vari modi per un ritorno del dialogo che faccia cessare l’insano uso delle armi che è sempre e solo male senza giustificazione, come ripete senza tregua Papa Francesco”.
L’arcivescovo ha precisato: “Oltre che invocare la pace, siamo chiamati anche a farci artefici di pace con un nostro personale impegno di conversione al quale ho invitato nel mio recente messaggio per la Quaresima”.
La guerra, ha aggiunto, “ha delle cause che la scatenano”, normalmente “politiche, economiche, etniche e altro”. Ma anche nell’invidia “possiamo individuare una delle radici della violenza che rovina la serena convivenza umana fino a generare le atrocità della guerra”.
“L’invidia contro Dio e contro la sua grandezza, bellezza e amore, è il veleno mortale che intossica Satana e che egli, con le sue sottili tentazioni, ha instillato anche nel cuore degli uomini. Questa scia di veleno ha attraversato la storia dell’umanità”, ha osservato mons. Mazzocato, per il quale “l’invidia intossica anche oggi i rapporti umani portando a vedere nell’altro un insopportabile concorrente contro cui scontrarsi per sottometterlo o, addirittura, eliminarlo. Questo può succedere nelle quotidiane relazioni interpersonali, in quelle che si vivono all’interno delle famiglie, nei rapporti tra paesi e comunità con divisioni e immotivati campanilismi. Ma anche i conflitti tra nazioni – che arrivano a sfociare in sanguinosi conflitti armati – sono ispirati da una invidiosa volontà di prevaricazione delle une sulle altre”.
Di fronte “a questa azione demoniaca che genera conflitti di ogni livello”, “Gesù invita i suoi discepoli a fare la propria parte per contribuire a diffondere il dono della pace: ‘Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio’ (Mt 5,9). Nel piccolo della nostra vita impegniamoci ad essere operatori di pace stimando e valorizzando il bello che hanno le persone vicino a noi. Su questa base possiamo superare ogni invidia e promuovere rapporti di pace”.