A seguito dei bombardamenti aggressivi e mirati ieri su tutto il territorio ucraino, è ritornato in Moldavia un flusso massiccio di rifugiati dall’Ucraina. A farlo sapere al Sir è mons. Cesare Lo Deserto, vicario generale della diocesi di Chisinau. “Secondo informazioni del ministero – dice -, dopo gli aggressivi bombardamenti russi ieri sul suolo ucraino, un’ondata elevata di profughi è arrivata attraverso la dogana di Palanca, nella maggior parte donne e bambini. Parlano di centinaia di persone provenienti per lo più da Mariupol e dalla regione di Zaporizhzhia dove la centrale nucleare ucraina è rimasta senza energia elettrica a seguito dell’attacco russo e la gente ha paura”. Nonostante i centri gestiti dalla Chiesa sono sempre in attività, “noi siamo sempre pronti ad accogliere”, assicura il sacerdote. “La nostra attività di accoglienza è sempre stata costante in questo anno di guerra, siamo quindi pronti anche a far fronte ad eventuali esigenze superiori a quelle attuali. I centri sono sempre pieni anche se c’è un continuo turn over tra chi arriva e riparte o per altre destinazioni o per far rientro in Ucraina. Noi siamo però pronti in qualsiasi momento a svolgere anche attività di ulteriore allargamento dell’accoglienza”. La Chiesa locale segue con attenzione quanto accade nella vicina Transnistria, territorio che dal punto di vista religioso, fa parte della diocesi di Chisinau e dove ci sono 6 parrocchie cattoliche. “La Transnistria rimane sempre come incognita costante”, dice preoccupato mons. Lo Deserto, “e qualsiasi azione o aggressione può rappresentare una dichiarazione di guerra”. Nonostante il continuo clima di allerta, il sacerdote assicura che “le parrocchie stanno svolgendo la propria normale attività e proprio domenica prossima il vescovo, mons. Anton Cosa, inizierà la visita pastorale proprio nel capoluogo del territorio, a Tiraspol”.