Le autorità della Chiesa cattolica hanno espresso la loro opinione sugli attacchi di gruppi femministi a diverse chiese in vaie zone della Bolivia, con scritte e insulti, che in qualche caso hanno fatto riferimento a violenze e abusi. Il fatto più grave è accaduto a Cochabamba, sulla facciata della cattedrale di san Sebastiano. L’arcivescovo, mons. Oscar Aparicio, ha definito “vergognose” le azioni commesse: “Non solo siamo stati insultati e attaccati (come Chiesa), ma è anche un’aggressione contro le nostre istituzioni, è un’aggressione contro il patrimonio culturale del popolo di Cochabamba”, ha affermato, aggiungendo che è inaccettabile che “in nome del rispetto e della non violenza, si generi violenza”. A Santa Cruz de la Sierra, il direttore del Museo della Cattedrale, Marcelo Quiroz, ha dichiarato che sarà presentata una denuncia per gli attacchi alla facciata della cattedrale di san Lorenzo martire, poiché sono stati identificati i gruppi femministi: “la Chiesa sta valutando il modo di presentare una denuncia in cui questo spazio, un simbolo di fede, sia rispettato”, ha detto. La consulente legale della Conferenza episcopale boliviana, Susana Inch, ha indicato che è necessario lavorare sull’origine della violenza ed ha assicurato che da parte sua, la Chiesa continuerà a studiare le ragioni del cambiamento di mentalità, e per questo “l’Università Cattolica boliviana (Ucb) si è impegnata sul tema per avviare processi di formazione permanente attraverso i quali si comprenda meglio l’abuso, si generino ambienti sicuri per i bambini e gli adolescenti, e si spera che in futuro questi scontri con le femministe e altri tipi di istanze possano essere superati se tutti ci impegniamo”, proprio nell’ambito della conferenza stampa di presentazione di tali iniziative formative. La consulente legale ritiene, al tempo stesso, “fondamentale che si intervenga da parte dello Stato stesso per tutelare, non solo la libertà religiosa, ma anche il patrimonio culturale e artistico”, aggiungendo che la Chiesa continuerà nel suo impegno di lotta contro la violenza.