“Un esercito di persone che continuano a morire per strada, invisibili a tutti, mentre i servizi a loro dedicati continuano ad avere assegnate poche risorse o seguono logiche superate come quelle dei ‘piani freddo’ o dei grandi dormitori. Raccontiamo le storie di chi non si arrende a questa situazione e offre soluzioni alternative e percorribili, garantendo loro dignità”. Stefano Lampertico, direttore della rivista “Scarp de’ tenis” promossa dalla Caritas, descrive così, nel nuovo numero, la situazione dei 100mila senzatetto censiti dall’Istat. “Per la prima volta, l’Istituto di statistica ha inserito la categoria delle persone senza dimora tra quelle censite: le persone senza un alloggio stabile nel nostro Paese sono quasi 100mila. A loro si aggiungono i 16mila che vivono in campi e alloggi precari”. Ampio spazio al tema nel numero di marzo in vendita da oggi online su www.social-shop.it e su www.scarpdetenis.it: da sabato in strada e davanti alle parrocchie per tutto il prossimo mese.
In copertina appare poi Enzo Jannacci. A dieci anni dalla morte del cantautore, Scarp racconta la storia del nastro del 1967 donato alla rivista da un lettore e collezionista, che contiene due inediti dello stesso Jannacci. “Una storia particolare – si legge – che ha inizio da una trasmissione a Radio Rai e che per una serie di coincidenza incredibili finisce nella redazione di Scarp”.
“Dieci anni fa ci lasciava Enzo Jannacci. Era il 29 marzo del 2013. Ricordo – afferma Lampertico – il giorno del funerale, la chiesa di Sant’Ambrogio gremita per le esequie celebrate dall’allora direttore Caritas don Roberto Davanzo. I tanti amici di Enzo presenti, volti noti, notissimi, del panorama musicale italiano. Più di tutto ricordo però quanta gente comune, la ‘sua’ gente come in un disco del cantautore. Tutti lì per dare l’ultimo saluto a un genio della musica, al cantore degli ultimi, al poeta graffiante. Ecco, a dieci anni dalla scomparsa di Enzo, è giunto il momento di raccontare la storia di un nastro speciale, pervenuto in redazione due anni fa e che abbiamo tenuto nel cassetto per un po’. Ora è giunto il momento di raccontare la sua storia”.