“Fino al 2018 era un Paese abolizionista di fatto, abbiamo sempre votato a favore della moratoria contro la pena di morte, ma dal 2009 abbiamo iniziato un percorso sulla abolizione totale della pena di morte, con una serie di passaggi intermedi che ha riformato il nostro codice penale e ha portato alla abolizione di questa pena nei reati ordinari, già oramai da cinque anni. Questo ci ha permesso di migliorare anche i nostri accordi di cooperazione giudiziaria nel mondo. Certo il terrorismo è per noi una piaga che ha fatto rinascere una domanda di pena di morte, ma in generale il popolo burkinabé è molto rispettoso della vita”. Questa l’esperienza che Bibata Nebie Ouédraogo, ministro della Giustizia e dei diritti umani dela Repubblica del Burkina Faso, ha voluto condividere nella giornata odierna del Congresso internazionale dei ministri della Giustizia a Roma.
“Il 16 dicembre 2022 è stato approvato ed entrato in vigore all’inizio del 2023 il nuovo codice penale, in cui la pena di morte ha carattere speciale, e non è quindi più al centro del codice”, ha spiegato Edward Omar Sharif, viceministro della Legge e dei diritti umani della Repubblica di Indonesia che è intervenuto con un messaggio video. “Abbiamo sviluppato una idea della per favorire un reinserimento nella società, tramite il legame che unisce la condanna e un periodo di prova di 10 anni prima della possibile applicazione che rappresenta sicuramente una ‘seconda chance’. Questa – ha aggiunto – è la filosofia alla base del nostro nuovo codice penale, mettere alla prova il detenuto. Se tuttavia in questo periodo non migliora la propria condotta, allora il condannato va incontro all’esecuzione. Questa risoluzione è un compromesso tra coloro che vogliono mantenere la pena di morte e coloro che vogliono abolirla”.
“Importante ascoltare gli uni gli altri, di fronte a crimini terribili cambi idea e chieda pene esemplari è sempre in agguato, per questo esistono le leggi, per difenderci dagli istinti più difficili”, ha conclude Mario Marazziti della Comunità di Sant’Egidio: “L’Italia ha sperimentato la violenza terroristica per un decennio ma senza leggi speciali e senza pena di morte. I passi verso una moratoria universale sono fattibili, e l’esempio del Marocco è importante. Tutti i Paesi che oggi si astengono possono votare a favore della moratoria senza per questo contraddire la propria opinione pubblica”.