Inquinamento: don Angelelli (Cei), “ogni territorio ha una sua specificità e sue problematiche. Non è pensabile un’unica soluzione”

“Stiamo cercando di affermare una visione, un punto di partenza importante, ma non scontato: il tema dell’equilibrio. Sul nostro territorio c’è una narrazione per cui vengono poste sempre in alternativa le dimensioni del lavoro, dell’ambiente e della salute. Il primo obiettivo del Convegno nazionale è riaffermare un modello possibile che deve prendere atto di un equilibrio difficile da raggiungere perché in nome di un elemento non si può sacrificare un altro. Come non è pensabile un approccio che privilegio l’uno o l’altro aspetto, non è accettabile una soluzione che penalizzi un elemento rispetto ad un altro”. Lo ha detto oggi don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute, rispondendo a una domanda durante la conferenza stampa, oggi, di presentazione del Convegno nazionale promosso dalla Conferenza episcopale italiana (Commissioni per il servizio della carità e della salute e per i problemi sociali e del lavoro, la giustizia e la pace) dal titolo “Era cosa molto buona – Custodire le nostre terre: salute, ambiente, lavoro”, che si terrà sabato 4 marzo a Vicenza. In merito agli strumenti operativi che potrebbero essere offerti durante l’appuntamento di sabato, al centro della domanda che era stata posta, don Angelelli ha precisato: “Ogni territorio ha una sua specificità e un suo tipo di inquinamento che ha una sua soluzione. Quindi, non è pensabile che ci sia una soluzione per ogni ambito. Su 75 diocesi abbiamo analizzato anche il tipo di inquinante che c’è, quindi c’è bisogno di una revisione globale”. Nel programma del Convegno, ha spiegato Gianni Cervellera, della Consulta dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, “è previsto di pomeriggio un momento di confronto per i Gruppi di ascolto e potrebbero emergere in quel momento delle proposte pastorali dal territorio vero e proprio. Non c’è una soluzione pensata in anticipo, ma ci auguriamo che nasca dalla riflessione del convegno stesso”.

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