Austria: Filipovic (Un. Vienna), “l’intelligenza artificiale riproduce i pregiudizi del mondo reale da cui apprende”

Secondo Alexander Filipovic, docente di etica sociale cristiana dell’Università di Vienna, i chatbot, i sistemi di intelligenza artificiale (IA), richiederanno sempre input morali o supporto etico se utilizzati nel giornalismo. “ChatGpt sa anche di moralità, ovviamente, ma solo perché la macchina conosce testi che trattano di moralità. Per essa non è possibile un giudizio morale”, scrive il professore nel numero di marzo del mensile “Herder-Korrespondenz” di Friburgo. Per Filipovic le IA non possono essere obiettive, perché traggono le loro conoscenze da un informazioni pre-esistenti: “questa conoscenza è impregnata di interessi, strutture di potere e ideologie. Un’IA riprodurrà quindi sempre i pregiudizi che inevitabilmente esistono nel mondo reale in cui è addestrata e da cui apprende”. Gli esseri umani, percepiscono sofferenza e ingiustizia e rintracciano l’ideologia, ma ciò non è certo nelle macchine. Una differenza fondamentale è l’assunzione di responsabilità: “i giornalisti si aspettano costantemente di dover giustificare le loro azioni. Perché una storia e non un’altra? Perché la foto dalla zona del terremoto che mostra direttamente la sofferenza e la morte? Perché non è stata menzionata la nazionalità del presunto criminale?”, scrive l’esperto che ritiene che le IA continueranno a trasformare il panorama dei media. È importante esaminare da vicino le questioni centrali della verità, della moralità, dell’ideologia e della responsabilità. Filipovic non vede un pericolo per il giornalismo: “forse ci saranno meno giornalisti che lavoreranno nel prossimo futuro, ma il giornalismo stesso diventerà sempre più importante in una futura società basata sull’intelligenza artificiale”, scrive, “ma quando si tratta di politica, diritti, dignità umana, critica del potere, giustizia e vulnerabilità, abbiamo bisogno dell’intelligenza naturale delle persone responsabili, unita all’emozione e all’impegno, che possono lavorare bene con i sistemi di intelligenza artificiale”.

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