Mercoledì 8 febbraio, la Chiesa, nella memoria di Santa Giuseppina Bakhita, celebra la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani, che quest’anno ha come tema “Una luce contro la tratta. Camminare per la dignità”.
La Commissione per i migranti della Conferenza episcopale argentina invita a partecipare alla Giornata e, ricordando le origini di gran parte del popolo argentino, sottolinea che “il viaggio dalle tenebre dello sfruttamento e della tratta alla luce della dignità e della libertà è un viaggio che riguarda tutti noi”. Infatti, “siamo partiti come milioni di migranti e nomadi in fuga dai loro Paesi in cerca di pace, sicurezza, un pezzo di terra da coltivare, un lavoro o un’istruzione di qualità. Camminiamo con loro, sentendo nei nostri piedi le vulnerabilità che rendono così facile per loro cadere nell’oscurità della rete dello sfruttamento e della tratta”. I vescovi argentini, sulla scia delle parole di Papa Francesco, evidenziano “la necessità essenziale di sostenere, accompagnare e reintegrare le vittime della tratta di esseri umani nelle nostre comunità e di assisterle nel processo di guarigione e di recupero della loro autostima. Sebbene il compito sia davvero arduo, ci aiutiamo reciprocamente a perseverare negli sforzi per sostenere la dignità donata da Dio a ogni persona e per difendere i diritti umani fondamentali di coloro che sono troppo spesso dimenticati e senza voce”.
In Brasile, la Commissione episcopale speciale per la lotta contro la tratta di esseri umani della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), in collaborazione con la Rete internazionale Talitha Kum, ha proposto di organizzare una “Marcia per la dignità umana”. Nel 2022, sottolinea la Commissione della Chiesa brasiliana, gli indicatori hanno evidenziato che 50 milioni di persone nel mondo sono vittime della schiavitù moderna. “L’instabilità economica, politica e ambientale sono fattori che contribuiscono a questa triste realtà in Brasile e nel mondo. Le donne e i bambini continuano a essere il gruppo più vulnerabile, soprattutto nei Paesi più poveri. In Brasile, sebbene il numero di denunce e salvataggi sia aumentato nel 2022, negli ultimi anni il Governo brasiliano ha indebolito i meccanismi di protezione delle vittime e sono state intraprese poche azioni per combattere il crimine”.