Caritas Turchia e Caritas Siria stanno fornendo assistenza fin dall’inizio e la Confederazione Caritas sta sostenendo e coordinando i loro sforzi per valutare i bisogni e portare aiuti alle persone colpite dal terremoto, lasciando migliaia di persone senza riparo, cibo e combustibile. Le aree interessate dal terremoto si trovavano già in una situazione umanitaria difficile. Le rigide temperature invernali e la distruzione o i gravi danni alle strutture – tra cui diversi ospedali – e alle strade complicano ulteriormente le operazioni umanitarie. “In Siria il terremoto ha colpito pesantemente il nord-ovest della Siria, un’area in cui 4,1 milioni di persone già dipendevano fortemente dall’assistenza umanitaria”, ricorda Riad Sargi, direttore di Caritas Siria. Circa 5.000 sfollati, soprattutto donne e bambini, hanno trovato rifugio in scuole e capannoni. I morti e i feriti registrati continuano ad aumentare, mentre prosegue la ricerca di persone disperse tra le macerie di edifici e case distrutte. Gli ospedali di alcune delle aree più colpite hanno difficoltà a gestire l’alto numero di feriti a causa del terremoto. Caritas Siria sta lavorando per fornire articoli di soccorso e aprire rifugi per accogliere le persone più bisognose ad Aleppo, Hama e Lattakia. “Fa molto freddo e continua a piovere e a nevicare. Molti hanno perso le loro case e anche coloro che hanno ancora una casa non vi fanno ritorno per paura di ulteriori scosse”, aggiunge Sargi. Ad Aleppo, occorrono urgentemente beni di prima necessità e rifugi per le persone le cui case sono crollate. L’ufficio della Caritas di Aleppo è stato distrutto, così come molte case del personale Caritas, che nonostante le difficoltà continua a prestare aiuto.
In Turchia la diocesi della regione dell’Anatolia è stata fortemente colpita dal terremoto e la cattedrale di Iskenderun è totalmente crollata. Gli uffici di Caritas Anatolia sono stati gravemente danneggiati. “Grazie a Dio il personale sta bene, ma abbiamo perso volontari, beneficiari e anche parenti”, dice Giulia Longo, responsabile di Programma di Caritas Turchia, che si trovava in Italia al momento del terremoto insieme al presidente dell’organizzazione, mons. Paolo Bizzeti. Ora stanno tornando in Turchia. “Io e il presidente siamo vivi per miracolo. Se fossimo stati a Iskenderun probabilmente non ci saremmo salvati”, ha detto Longo. Caritas Turchia ha aperto immediatamente una linea telefonica del Centro di ascolto per fornire supporto e assistenza alle persone colpite dal disastro, e attualmente sta lavorando a fianco delle autorità locali per raccogliere informazioni e organizzare una risposta umanitaria. Inoltre, i team Caritas stanno raccogliendo gli sfollati in spazi sicuri e aperti e stanno cercando di distribuire pasti caldi e vestiti. Chiunque desideri sostenere il lavoro di queste due organizzazioni Caritas può farlo attraverso il sito web di Caritas internationalis.