Terremoto in Turchia e Siria: Azione contro la fame, “fornire subito acqua, cibo e alloggi salvavita”

(Foto: Azione contro la fame)

Gli operatori di Azione contro la fame (Acf) in Siria e il team di emergenza dispiegato in Turchia per sostenere il partner locale dell’organizzazione, stanno intervenendo nelle regioni colpite dal sisma. A 48 ore dal peggior terremoto del secolo, i bisogni umanitari continuano ad aumentare. “Le squadre di Azione contro la fame ad Aleppo stanno conducendo una rapida valutazione dei bisogni, insieme ad altre agenzie, per identificare le priorità a cui fornire risposta. I rifugi temporanei identificati sono stati valutati insieme alla Mezzaluna Rossa Araba Siriana e le liste dei medicinali necessari sono state ricevute dalla Direzione sanitaria di Aleppo. Data l’esperienza di Acf nel ripristino dei sistemi idrici e igienico-sanitari nella zona, sono state valutate anche le esigenze idriche. C’è urgente bisogno di servizi di trasporto dell’acqua perché la fornitura idrica ai quartieri colpiti è stata interrotta per non ostacolare le operazioni di soccorso”, spiega il direttore della missione di Acf in Siria, Dariusz Zietek. Il capo della missione siriana ha spiegato che è necessaria una risposta umanitaria “su larga scala” per sostenere una popolazione estremamente vulnerabile che, dopo oltre un decennio di conflitti, sta vivendo una grave crisi economica e un clima di forte instabilità interna, ed era fortemente dipendente dagli aiuti umanitari per i bisogni essenziali, ancor prima del grave terremoto che l’ha colpita. “Per aiutare le persone a far fronte alle conseguenze di questa emergenza, è necessario fornire acqua, cibo e alloggi salvavita”, afferma Zietek.

(Foto: Azione contro la fame)

In queste ore di frenetica ricerca dei sopravvissuti c’è anche preoccupazione per le condizioni dei superstiti, che non possono tornare alle loro case, e che in migliaia dormono nei veicoli, e per la salute mentale delle famiglie delle vittime, dei soccorritori e degli operatori umanitari che stanno assistendo a questa catastrofe. “La situazione è ancora insicura, c’è molta incertezza. La stragrande maggioranza delle persone dorme in auto, perché molte case hanno grosse crepe e finché gli edifici non saranno ispezionati, non è sicuro rientrare. Nella nostra casa non c’erano gas, elettricità e acqua potabile, ma oltre al soccorso di vario tipo, che è assolutamente necessario, servirebbe supporto psicologico. Anche per i soccorritori e gli operatori umanitari sarà difficile prestare aiuto, in assenza di supporto psicologico. Ci sono persone molto scosse da quello che è successo”, dice Daniel Martín, operatore di Acf che si trovava a Gaziantep per motivi personali con la sua famiglia durante le scosse: “Eravamo appena arrivati quella sera. Stavamo dormendo e ovviamente ci siamo alzati di corsa per prendere i bambini e metterci sotto il telaio di una porta. Il terremoto è durato circa un minuto, ma sembrava che non dovesse finire mai. La casa ondeggiava come una vela. Naturalmente non potevamo correre perché nevicava e dovevamo rivestire i bambini, prendere delle coperte… Siamo usciti e ci siamo riparati in una capanna di legno vicino alla casa, in modo che i bambini non si bagnassero. Al mattino, quando siamo riusciti a tornare a casa per prendere alcune cose per partire, si è verificato il secondo terremoto. Tutto sommato, siamo stati fortunati”. Il team di emergenza di Azione contro la fame si è subito mobilitato per avviare un’analisi preliminare dei bisogni in Turchia e fornire supporto all’organizzazione esecutiva locale nel Paese. Questa unità è composta, tra gli altri, da un coordinatore dell’emergenza, un logista, un coordinatore per l’acqua, i servizi igienici e sanitari e un coordinatore per la salute e la nutrizione.

(Foto: Azione contro la fame)

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