In un documento informativo inviato ai governi e pubblicato oggi, la segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić propone per l’organizzazione che riunisce 46 Stati un “ruolo guida” nell’istituzione di un registro “in cui riportare e documentare le prove e le richieste di risarcimento per danni, perdite o lesioni conseguentemente all’aggressione russa contro l’Ucraina”. Il registro è inteso come “una parte importante delle attuali iniziative internazionali volte a istituire un meccanismo di compensazione per i reati di aggressione della Russia”.
La segretaria generale sottolinea che il Consiglio d’Europa “si trova in una posizione ideale per poter sviluppare il registro di tali richieste, soprattutto alla luce della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e del processo di supervisione delle sentenze della Corte”. Il CdE “fornisce già consulenza legale e politica, formando esperti e professionisti in ambito di indagini che operano con le vittime di violenza, in particolare con le donne. Queste e altre attività sono incluse nel Piano d’azione 2023-2026 del Consiglio d’Europa dedicato all’Ucraina”.
Il documento informativo tratta inoltre le diverse opzioni per “l’istituzione del tribunale speciale e la necessità di una solida base giuridica”. La segretaria generale suggerisce la possibilità che il Consiglio d’Europa “fornisca assistenza, ad esempio, nella selezione e nella nomina dei giudici, nell’elaborazione delle regole di procedura e prova, nella fornitura di competenze nella gestione dei casi e nell’invio di esperti”. L’organizzazione è inoltre pronta a offrire il proprio sostegno alle “procure ad interim” esistenti in Ucraina. “Qualsiasi attività collegata al tribunale speciale dovrebbe essere coordinata con i meccanismi esistenti pertinenti, in particolare la Corte penale internazionale”.