Ue: Metsola alla Cappella d’Europa. Le sfide che attendono l’Unione. “Una casa di speranza”. “Quando posso, porto i figli a scuola”

(Foto SIR)

Le sfide che hanno attraversato l’Europa negli ultimi anni sono state senza precedenti. Come coltivare, dunque, una speranza per il futuro? Per cercare risposte a questo interrogativo, la Cappella per l’Europa di Bruxelles (https://chapelforeurope.eu) ha invitato la presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, a discutere con il folto pubblico che ha presenziato ieri sera nei locali della Cappella. Una serata moderata dalla rev. Sarah-Jane King, della Cappellania anglicana di Leuven e da fr. Krystian Sowa sj, direttore della Cappella. L’Europa come “casa di speranza”, l’ha definita Metsola, che ha ammesso di aver dovuto cambiare radicalmente prospettiva sul futuro prossimo dell’Europa, poche settimane dopo la sua elezione, ad inizio 2023. Invece che gestire una prevista crescita economica del post-pandemia, si è dovuta confrontare – ha dichiarato – con una guerra vicina e un contesto economico decisamente più impegnativo. Già ad aprile 2022, al ritorno dalla sua visita a Kiev, si chiedeva se avessimo fatto abbastanza come Europa “per evitare questi conflitti che pensavamo fossero solo parte della storia passata”. Strade vuote, ma il Parlamento pieno di persone che lottavano “per la loro terra”. Fra i temi affrontati, la vicinanza e il sostegno al popolo ucraino, la collaborazione nell’Ue per affrontare la pandemia, il nodo-migrazioni.

Metsola ha personalmente assunto l’impegno di “impedire che la democrazia rappresentata dal Parlamento europeo venga demolita da un piccolo gruppo di persone che hanno anteposto gli interessi personali a quelli dei cittadini”. E che queste situazioni “non si dissolvano col tempo fino ad essere dimenticate, ma che vengano affrontate con decisione”. Le prossime generazioni di politici europei non dovranno essere viste, ha sottolineato, come “tutti uguali”, ma dovranno essere persone che “lavorano col cuore, nel cuore dell’Europa”.
Si è poi sviluppato un fitto dialogo con il pubblico presente, in cui sono stati affrontati numerosi temi fra cui l’accoglienza dei rifugiati ucraini, il contributo delle Chiese in un contesto di “policrisi”, la questione degli approvigionamenti di gas e la crisi energetica correlata alla guerra in Ucraina. Quindi una domanda molto personale: “Lei è donna e presidente del Parlamento europeo. Come fa a conciliare questo ruolo con la sua vita di madre di 4 figli?”. Metsola ha replicato: “Cerco di avere delle abitudini ‘normali’, infatti ad esempio porto i miei figli a scuola in macchina tutte le mattine, quando sono a Bruxelles. L’andata dura 7 minuti, in cui dietro loro schiamazzano! I 7 minuti del ritorno li dedico ad ascoltare audiolibri e ad informarmi su tutte le elezioni in giro per il mondo, per capire come le elezioni vadano ad influenzare la vita dei politici eletti. Ho sposato un finlandese, quindi dobbiamo anche mediare in casa, dove c’è una parte fredda e una parte calda [Metsola è maltese – ndr]. Ma funziona”. [g.a.]

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo