“A Iskenderum oltre alla cattedrale anche gli uffici di Caritas Anatolia sono inagibili. Gli operatori e i volontari sono tutti in salvo ma molti hanno case distrutte e familiari dispersi. Stanno continuando a lavorare per organizzare gli aiuti utilizzando i pochi spazi agibili, perfino il giardino. Gli sfollati sono accolti nei parcheggi. Hanno bisogno di tutto: pasti caldi, coperte, acqua potabile, riscaldamento”. Lo dice al Sir Daniele Bombardi, operatore di Caritas italiana che sta arrivando in queste ore a Istanbul per supportare Caritas Turchia nell’organizzazione degli aiuti umanitari alle vittime del terremoto di magnitudo 7,9 che nella notte del 6 febbraio ha colpito la Turchia e la Siria. A Iskenderum e dintorni sta intervenendo Caritas Anatolia, che copre un territorio pari a metà della Turchia ma ha pochi operatori e si sostiene soprattutto con il volontariato. “Hanno iniziato a distribuire beni che avevano già in magazzino – riferisce Bombardi – e ci stanno chiedendo di inviare denaro per acquistare il necessario in loco. Al momento c’è ancora la difficoltà di capire l’entità dei bisogni ma la situazione è molto preoccupante”. Bombardi raccomanda ai donatori di non fare raccolta di generi alimentari o materiali ma di inviare soldi. Caritas italiana ha infatti lanciato ieri una colletta nazionale e la Cei ha stanziato 500.000 euro. La rete internazionale delle Caritas si sta coordinando in queste ore. Appena monitorati i bisogni tra qualche giorno lancerà un appello. È possibile sostenere gli interventi per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on line, o bonifico bancario specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023”. Info: www.caritas.it