“La legge sulla blasfemia è sotto il controllo del nostro Parlamento e negli anni sono diminuiti gli abusi. Le minoranze religiose hanno un ruolo importante in Pakistan: i cristiani, in particolare, hanno dato un grande contributo in ambito sanitario. Abbiamo un ministro incaricato per il dialogo interreligioso. Posso assicurare che ogni pakistano è contro la violenza e tutti i pakistani sono vittime di violenza e terrorismo”. Così l’ambasciatore del Pakistan in Italia Ali Javed ha risposto alle domande dei giornalisti invitati ieri pomeriggio nella sede dell’ambasciata a Roma per un Forum su “Umanità e diritti umani”. Javed ha espresso ferma condanna nei confronti di “tutte le aggressioni contro civili innocenti” e ricordato che 2500 studiosi pakistani hanno firmato un documento “per condannare con voce unica gli attacchi” che derivano da un abuso della legge sulla blasfemia. “Se una persona di qualsiasi fede, in nome della fede, diffonde odio, il suo crimine viene considerato al pari del terrorismo”, ha precisato. A proposito del caso dell’omicidio di Saman Abbas, la 18enne uccisa nel 2021 dai familiari a Novellara (Reggio Emilia) perché si opponeva ad un matrimonio combinato, l’ambasciatore ha risposto: “Anche per la legge pakistana i matrimoni forzati sono vietati, ma ogni giorno c’è la possibilità che vengano commessi dei crimini. Dobbiamo cercare di limitarli promuovendo la consapevolezza. Non si può forzare nessuno a pregare o a sposarsi”. Ha poi espresso il suo sdegno per questo crimine “come per qualsiasi altro crimine commesso nei confronti di qualsiasi altra donna”. Il 10 febbraio a Reggio Emilia ci sarà il processo, anche se non è stata concessa l’estradizione al padre, detenuto in Pakistan. Javed ha ricordato che se il padre di Saman non sarà al processo è perché “non c’è un trattato di estradizione tra Italia e Pakistan”. “C’è una grande incomprensione su molti aspetti riguardanti il Pakistan – ha detto -. Ma ci sono molte comunanze tra i nostri popoli”. Tra i alcuni caldi toccati durante il Forum l’annosa questione del Kashmir, in India (al confine con il Pakistan), la regione più militarizzata al mondo, che vede sempre più negato il diritto all’autonomia da leggi governative, con repressione e abusi da parte delle forze dell’ordine indiane documentati da report delle organizzazioni per i diritti umani.