Terra Santa: Patton (Custode) alla Flagellazione, “colpiti perché siamo cristiani, nei nostri cuori non c’è desiderio vendetta ma richiesta di giustizia”

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“Colpiti perché siamo cristiani e non per altra ragione. Non esiste alcun diritto all’uso della violenza a motivo religioso e nemmeno civile, se non per impedire a qualcuno di commettere il male”: lo ha detto il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, celebrando questa mattina, a Gerusalemme, la Messa di riparazione per l’atto vandalico avvenuto (2 febbraio scorso) presso il Convento della Flagellazione.

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Dalla cappella della Condanna, dove l’estremista ebreo autore del gesto è stato bloccato e arrestato dalla Polizia israeliana, secondo quanto appreso dal Sir, il Custode ha affermato: “Non siamo certamente stati colpiti con una violenza e una ostilità paragonabile a quella subita dai nostri fratelli cristiani in Iraq o in Siria o in Nigeria, ma abbiamo continuato a subire anche noi una serie di atti di vandalismo, di profanazioni e di violenze che ci hanno colpito proprio perché siamo cristiani e non per altra ragione”. Il riferimento del Custode è a quanto accaduto nell’ultimo mese “al cimitero protestante, poi al luogo di preghiera dei maroniti, le minacce di morte scritte sul muro degli Armeni, la violenza gratuita portata nel quartiere cristiano, due giorni fa la violazione qui alla Flagellazione”. Atti che hanno avuto negli anni scorsi dei precedenti simili: al monastero benedettino a Tabga, alla chiesa della Trasfigurazione al Tabor, alla chiesa di santo Stefano dei Salesiani, alla chiesa della Comunità Romeno ortodossa qui a Gerusalemme, alla basilica dell’Agonia al Getsemani e altri ancora. Leggendo questi fatti da una prospettiva puramente cristiana e usando le parole dell’apostolo Pietro, tratte dalle Letture del giorno, ‘Beati voi se venite insultati per il nome di Cristo’, Patton ha posto l’interrogativo, “Dobbiamo limitarci a subire in silenzio? Dobbiamo considerarci ed essere considerati cittadini di seconda serie, senza diritti?” e ribadito che “Non esiste alcun diritto all’uso della violenza a motivo religioso e nemmeno civile, se non per impedire a qualcuno di commettere il male”. “Noi siamo discepoli di Gesù Cristo – ha ricordato il Custode di Terra Santa – e riconosciamo che nel suo dare la vita come servo obbediente e sofferente c’è un amore più grande di ogni violenza, un amore capace di consolare chi subisce violenza e capace di redimere chi usa violenza. Riconosciamo che l’amore con il quale Gesù Cristo ha donato se stesso è in grado di sanare anche la società in cui ci troviamo a vivere, una società in cui i seminatori di odio continuano a proporre e alimentare l’uso della violenza come soluzione a problemi che possono essere risolti solo con un radicale cambio di prospettiva, con l’apertura alla reciproca accettazione se non ancora alla riconciliazione, e quindi cominciando a guardare in modo diverso coloro che sono considerati i propri nemici, coloro che sono considerati degni di odio e di morte. Crediamo che Gesù possa cambiare anche oggi i cuori dei professionisti dell’odio, della violenza e della morte, proprio come ha cambiato i cuori di coloro che hanno sostato sotto la sua croce. Nei nostri cuori – ha concluso – non c’è odio né desiderio di rivalsa o di vendetta. Nei nostri cuori c’è richiesta di verità e di giustizia, non solo per il bene nostro, ma per il bene di tutti, per il bene della terra in cui ci troviamo a vivere e che consideriamo Santa, per il bene di tutti i popoli che la abitano e per il bene dei credenti di tutte le religioni, che se vogliono adorare il Dio Unico devono poterlo fare liberamente e pacificamente, riconoscendo ad ogni altra persona il diritto che rivendicano per sé”.

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