“In un mondo di carestia e sete, la fede nell’abbondanza di Dio è difficile. Ma quando siamo una cosa sola, ci apprezziamo a vicenda come apprezziamo le membra del nostro corpo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, nell’omelia della preghiera ecumenica al mausoleo “Joh Garang”. “Non siete solo il futuro, siete il nostro presente”, le parole dedicate ai giovani: “Se vi apprezziamo, ascolteremo le vostre speranze di pace e di opportunità e permetteremo a queste speranze di plasmare le nostre nazioni e le nostre chiese. Non sarete ingannati dalla guerra. Non sarete costretti a uccidere. Sarete in disaccordo con gli altri, ma li amerete comunque. Sarete esempio di amore obbediente a Dio. Valorizzerete e onorerete le donne, senza mai violentarle, senza mai essere violenti, senza mai essere crudeli, senza mai usarle come se fossero lì per soddisfare il desiderio”. “Quando siamo una cosa sola, valorizziamo e onoriamo le donne”, l’altro invito dell’arcivescovi: “Donne del Sud Sudan, so che oltre al dolore del conflitto e alla responsabilità di occuparvi delle vostre famiglie, molte di voi vivono il trauma della violenza sessuale e la paura quotidiana di subire maltrattamenti nelle proprie case. Eppure siete anche donne incredibilmente forti. Mia moglie, Caroline, ha lavorato con molte di voi e ha ascoltato storie di voi che portate cibo, vestiti e formazione a coloro che dovrebbero essere considerati vostri nemici, rischiando anche la vostra vita per farlo. Possa Dio ispirarci con il vostro esempio e ci permetta di offrirvi l’attenzione e il valore che Gesù ha dato alle donne vicine a lui”. “Questo ‘essere uno’ è qualcosa che dobbiamo praticare tutti, ma è soprattutto responsabilità dei leader, che hanno il potere di agire in base a ciò che gli altri dicono”, l’appello di Welby: “Possono scegliere di ascoltare o meno gli altri; possono offrire un modello di valutazione di chi è diverso da loro, oppure possono alimentare le divisioni”.