Le Acli comunicano che, attraverso la Delega famiglia e con il supporto di Patronato e Caf, hanno attivato la loro rete di servizi per aiutare i cittadini che potranno usufruire dell’assegno unico universale, un intervento ritenuto importante a sostegno della genitorialità e della natalità, che si stima interesserà 7 milioni di famiglie e potrebbe fare la differenza per 11 milioni di minori che ne beneficeranno. Per tutte le famiglie che hanno già in pagamento l’assegno sarà sufficiente rinnovare l’Isee per ricevere la somma che gli spetta per il 2023. Nel caso in cui non riuscissero ad aggiornare l’Isee entro il 28 febbraio, riceveranno comunque l’importo minimo ma potranno fare l’aggiornamento Isee anche nei mesi successivi, fino al 30 giugno, senza perdere gli arretrati. Per avere il rinnovo automatico, ma con la giusta somma, bisogna dunque rivolgersi al Caf Acli per il calcolo dell’Isee. Per chi non avesse ancora mai richiesto l’assegno unico universale o per chi ha visto la propria richiesta respinta, revocata, rinunciata o decaduta, il Patronato Acli è a disposizione per supportare chi deve presentare una nuova domanda oppure per chi deve comunicare eventuali variazioni delle informazioni precedentemente inserite nella domanda di assegno unico universale trasmessa all’Inps. Oltre all’azione di supporto attraverso gli sportelli di Caf e Patronato, le Acli comunicano di proseguire l’azione politica per migliorare l’assegno unico universale, chiedendo: il mantenimento dell’assegno fino ai 21 anni e comunque anche oltre fino al termine del corso legale di studi, e il non dimezzamento al compimento dei 18 anni; una rimodulazione della disciplina e dell’importo dell’assegno unico universale che, come per il precedente assegno per il nucleo familiare, dia specifico rilievo alle situazioni di disabilità che ricadano su componenti il nucleo familiare diversi dai figli; l’estensione del beneficio a richiedenti e figli residenti all’estero e ad altre categorie di stranieri soggiornanti; l’estensione della clausola di salvaguardia a tutti i nuclei familiari, indistintamente dai livelli ISEE, eliminando la transitorietà ed il meccanismo di riduzione graduale della misura; l’estensione della maggiorazione anche a nuclei composti da un solo genitore lavoratore, ovvero a quelli a cui a lavorare sia anche uno solo dei due genitori.