“Consacrare la mia vita a Dio significa: sono pronto a seguire il Vangelo non solo occasionalmente e in occasioni speciali. Apro a Dio tutti gli ambiti della mia vita o, per dirla in modo ancora più personale, lascio che Gesù sia ovunque: nel lavoro e nel tempo libero, nei momenti belli e in quelli difficili, nelle decisioni importanti che devo prendere, nelle relazioni ordinarie e quotidiane in cui vivo”. Lo ha detto il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, che ieri ha incontrato religiose e religiosi dei vari ordini e congregazioni in occasione del vespro solenne nella chiesa dei Francescani a Bolzano in occasione della Giornata mondiale della vita consacrata.
I 18 ordini maschili presenti in diocesi contano attualmente circa 160 sacerdoti religiosi, di cui 60 in servizio nelle parrocchie, mentre le suore sono circa 280 all’interno di 18 comunità religiose femminili. A loro e ai membri laici degli istituti secolari è andato il grazie del vescovo Muser. “Le comunità religiose, con i loro diversi accenti spirituali, sono come un commento alle singole pagine del Vangelo. La nostra Chiesa perderebbe una parte importante della sua vitalità senza le comunità religiose”, ha detto il presule. All’inizio del vespro la referente diocesana, suor Mirjam Volgger, ha ricordato per nome i 23 religiosi – 17 suore e 6 padri – che sono deceduti nel 2022 in Alto Adige. Nella sua omelia mons. Muser ha sottolineato che “Gesù ci viene incontro nella Chiesa anche attraverso il carisma fondazionale di un Istituto, di una congregazione, di un ordine”. E la vita consacrata deve essere incontro: “Con il Signore, nella comunità della Chiesa e per il mondo. Questo incontro scaturisce dalla gioia di osservare, di camminare in una regola di vita, ma mai rigidi o chiusi”.