“La violenza fa regredire il corso della storia”. E’ il monito del Papa, nel suo primo discorso in Sud Sudan, pronunciato nel palazzo presidenziale di Giuba e rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico. “In guerra non sono più i figli a seppellire i padri, ma i padri a seppellire i figli”, la denuncia di Francesco sulla scorta di Erodoto: “Affinché questa terra non si riduca a un cimitero, ma torni a essere un giardino fiorente, vi prego, con tutto il cuore, di accogliere una parola semplice: non mia, ma di Cristo. Egli la pronunciò proprio in un giardino, nel Getsemani, quando, di fronte a un suo discepolo che aveva sfoderato la spada, disse: ‘Basta!’”. “In nome di Dio, del Dio che insieme abbiamo pregato a Roma, del Dio mite e umile di nel quale tanta gente di questo caro Paese crede, è l’ora di dire basta, senza se e senza ma”, l’appello del Papa, analogo a quello lanciato nella Repubblica Democratica del Congo: “basta sangue versato, basta conflitti, basta violenze e accuse reciproche su chi le commette, basta lasciare il popolo assetato di pace. Basta distruzione, è l’ora della costruzione! Si getti alle spalle il tempo della guerra e sorga un tempo di pace!”.