Il Cile ci riprova. Prende avvio in questi giorni un nuovo processo costituente, che si attuerà entro l’anno, dopo la vittoria del no al plebiscito dello scorso 4 settembre. L’accordo tra le forze politiche prevede un cammino più rapido, meno sfilacciato del precedente, e con un significativo contributo da parte di docenti di diritto costituzionale. In questi giorni il Parlamento è chiamato a nominare, infatti, una commissione mista di esperti composta da 24 persone – 12 elette dai deputati e 12 dai senatori – che inizierà a lavorare a marzo e avrà tre mesi di tempo per elaborare una bozza della nuova Costituzione. La Commissione resterà operativa, con diritto di parola, anche nei mesi successivi. Il 7 maggio, infatti, sarà eletto a suffragio universale il Consiglio costituzionale, composto da 50 persone, 25 donne e 25 uomini. Anche se tecnicamente non si chiamerà “assemblea costituente”, il Consiglio utilizzerà la bozza redatta dagli esperti come testo base e lavorerà dal 7 giugno al 7 novembre, quando la nuova Costituzione sarà presentata, per essere sottoposta a plebiscito il 17 dicembre. Lunedì 6 febbraio è il termine ultimo, per le varie forze politiche, per nominare i propri candidati.
In questo contesto, arriva l’appello di mons. Fernando Chomali, vicepresidente della Conferenza episcopale cilena e arcivescovo di Concepción: “Un nuovo processo politico per avere una nuova costituzione si sta avviando in Cile. Ascoltare l’anima del Cile è il primo dei compiti che spetta a coloro che sono coinvolti in questo delicato processo, oltre ad appellarsi al buon senso e alla legge naturale, che è meravigliosa e saggia, più delle mode che vogliono imporre una visione distorta della persona umana, della storia e del cosmo”. Secondo l’arcivescovo l’anima silenziosa del Cile, dotata di maturità e cultura civica, si esprime anche e soprattutto in molti momenti di religiosità popolare e di solidarietà dal basso, in modo silenzioso, ma con una forte valenza civica: “Comprendere il desiderio di questo popolo di Dio che valorizza quello che ha e se ne prende cura, ama il suo paese e si commuove davanti alla bandiera cilena e all’inno nazionale, è molto importante quando si tratta di promuovere politiche pubbliche e scrivere una nuova costituzione”.