Servono sforzi e risorse maggiori per rispondere alle esigenze umanitarie pressanti e in continuo aumento rilevate nello Yemen, a nove anni dall’inizio del conflitto. A sostenerlo è l’Unhcr spiegando che il Paese “sta affrontando una crisi che si protrae da tempo e che ha innescato l’esodo di milioni di persone bisognose di protezione – civili yemeniti, rifugiati e richiedenti asilo – a causa delle conseguenze della guerra, dei cambiamenti climatici e del deterioramento dell’economia”. Si tratta di “una delle peggiori crisi umanitarie del pianeta, avendo generato 4,5 milioni di sfollati interni e ridotto oltre due terzi della popolazione al di sotto della soglia di povertà. Nonostante le difficoltà e le poche risorse a disposizione, le comunità yemenite assicurano accoglienza a circa 100.000 rifugiati e richiedenti asilo provenienti da altri Paesi dilaniati da guerre”. L’Unhcr è l’unica agenzia internazionale a farsi carico delle loro esigenze umanitarie e di protezione. Le Nazioni Unite stimano che 21,6 milioni di persone necessiteranno , nel 2023 di assistenza umanitaria e sostegno in materia di protezione. Si tratta di quasi tre quarti della popolazione. Nel 93% delle famiglie yemenite sfollate si registra almeno un familiare che presenta una vulnerabilità, per esempio persone che hanno riportato lesioni o accusano disagio psicologico, minori costretti a lavorare, o anziani privi di assistenza. Ad oggi però l’Unhcr ha ricevuto solo l’8 per cento dei 320 milioni di dollari necessari per le operazioni nello Yemen nel 2023. Di qui un appello alla comunità internazionale affinché “si impegni a stare dalla parte del popolo yemenita, il quale ha diritto di vivere in condizioni dignitose e sicure”.