Dopo il drammatico naufragio di ieri nel crotonese i missionari Scalabriniani contestano le “lacrime di facciata, le argomentazioni strumentali sui migranti” e tutta “una ridda di dichiarazioni ideologiche e fuorvianti” che si rincorrono in queste ore. “In fondo, dei morti, di questi e dei 25 mila che li hanno preceduti nel ‘cimitero Mediterraneo’ – fanno notare –, non interessa a nessuno: chi sono, chi lasciano, cosa cercano, cosa portano con sé: quali sogni, speranze, aspirazioni…, perché scelgono di mettere a rischio la loro vita e quella dei loro cari… queste domande sono come fastidiose punture di insetti ai facili versatori di lacrime che dinanzi alla durezza dei fatti continuano imperterriti a ripetere meccanicamente i loro assurdi ritornelli argomentativi”. “Che fare allora?”, si chiedono. “Se i politici e la politica proprio non riescono a vedere al di là dei miseri interessi di parte – osservano –, tocca alla società civile prendersi la responsabilità di rimettere al centro dell’attenzione la dignità della persona umana, la dignità dei migranti, la dignità dei cittadini che non vogliono negare le realtà, la durezza e la complessità delle migrazioni odierne, che non sono dissimili dal passato”. “Costruiamo nuove politiche capaci di garantire”, come ripeteva san Giovanni Battista Scalabrini, “libertà di migrare sì, ma non libertà di far emigrare”, con la consapevolezza che “migliaia di migranti continuano e continueranno (quando non periscono lungo il percorso ad ostacoli da noi approntato) ad arrivare nelle nostre città e nei nostri Paesi in cerca di dignità, rispetto e accoglienza che non possiamo negare loro”.