Diocesi: mons. Parisi (Lamezia), “missione formativa e presenza accanto ai malati le due intuizioni del beato Fusco”

(Foto diocesi Lamezia Terme)

“L’intuizione del beato Tommaso Maria Fusco, nel contesto di una vita di preghiera e mosso dallo Spirito Santo che è sempre fecondo, è stata quella di farsi vicino ai piccoli, ai poveri, ai miseri. La sua opera, che oggi è presente e prosegue in tutto il mondo, ha avuto due grandi poli di attrazione, che rappresentano il servizio che ancora oggi le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue svolgono nella nostra comunità diocesana”. Così il vescovo di Lamezia Terme Serafino Parisi, che ieri ha presieduto la concelebrazione eucaristica in cattedrale per il 150° anniversario delle Figlie della Carità di Preziosissimo Sangue, nel giorno della memoria del loro fondatore, il beato Tommaso Maria Fusco.
Ripercorrendo i passaggi fondamentali della vita del Beato, il vescovo di Lamezia ha sottolineato gli elementi distintivi del carisma dell’istituto religioso, presente nella comunità diocesana lametina da oltre cento anni: “Per il beato Tommaso Maria Fusco la formazione serviva ad elevare e ad affrancare l’uomo dalla forma di povertà più tragica e devastante: la povertà culturale. Il beato ha voluto che si intervenisse per formare le nuove generazioni liberandole dalle forme di schiavitù, dando loro la possibilità di costruire una storia rinnovata. La povertà culturale è una forma di schiavismo, utilizzata dagli altri per metterci al loro guinzaglio e portarci dove vogliono. Quello della formazione è stato un seme di novità gettato nella società da Tommaso Maria Fusco e che viene seminato ancora oggi nella vita di tanti giovani, grazie al servizio delle suore”. Accanto alla missione formativa, le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, anche nella comunità lametina, si dedicano “alla presenza negli ospedali, lì dove c’è la sofferenza, lì dove ci sono le persone ammalate. E di fronte alla persona ammalata, è richiesta umanità, professionalità, coerenza. Questa è la missione delle nostre suore ma è un compito che riguarda tutti noi credenti”. Si tratta di “costruire, dentro la comunità degli uomini, un’umanità nuova che abbia come principio l’amore”, ha concluso il presule.

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