Luci spente domani nei palazzi delle più alte istituzioni italiane, Palazzo Madama, Palazzo Montecitorio e Palazzo Chigi, in segno di solidarietà con il popolo ucraino. E’ stata la Fondazione pontificia Acs Italia a chiederlo al Presidente del Senato Ignazio La Russa, al Presidente della Camera Lorenzo Fontana e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che hanno accolto l’invito, “rinnovando la sensibilità delle Istituzioni italiane al dramma in corso”. “Per non far calare l’attenzione sul conflitto, e per evitare di assuefarsi alla lacerante realtà della guerra”, Acs Italia ha chiesto di disporre, per domani 25 febbraio, lo spegnimento dopo il tramonto delle luci che illuminano rispettivamente Palazzo Madama, Palazzo Montecitorio e Palazzo Chigi. Scopo dell’iniziativa, “è quello di sottolineare simbolicamente la solidarietà nei confronti della popolazione ucraina, la quale ha cercato e tuttora cerca disperatamente di sopravvivere a un inverno al buio e con temperature che possono scendere a -20°”. “Lungo quest’anno”, sottolinea il Direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre Alessandro Monteduro, “Acs ha aiutato più di 15.000 ucraini, i quali hanno beneficiato di oltre Euro 9,5 milioni di offerte destinati a 292 diversi progetti realizzati in tutto il territorio nazionale”. Gran parte di questa assistenza è consistita in aiuti di emergenza, di cui hanno beneficiato 7.447 fra sacerdoti diocesani, religiosi, suore e personale diocesano. Questi uomini e donne sono rimasti sul terreno, talvolta nelle situazioni più pericolose, mantenendo viva l’attività della Chiesa e permettendole di provvedere ai bisogni spirituali e materiali della popolazione sofferente. Negli ultimi dodici mesi parrocchie, monasteri, seminari e altre strutture hanno aperto le loro porte alle famiglie in fuga dal conflitto, e i conseguenti bisogni aggiuntivi di cibo e servizi di base sono stati sostenuti da ACS attraverso la ristrutturazione di 231 cucine, la fornitura di forni portatili e altre attrezzature domestiche. ACS – prosegue Monteduro – è stata accanto anche a 2.274 sfollati che si sono diretti verso l’ovest dell’Ucraina, attraverso aiuti umanitari distribuiti tramite le istituzioni della Chiesa. A fronte della crisi energetica conseguente alla guerra, la Fondazione ha fornito 205 generatori e 78 sistemi di isolamento o riscaldamento a diverse comunità di religiosi, permettendo loro di rimanere nelle rispettive residenze. A ciò si aggiungono 25 progetti di costruzione o ristrutturazione per migliorare, riparare o ampliare edifici, comprese le chiese. Sono stati inoltre donati 80 fra auto e furgoni a diocesi, parrocchie, seminari e ordini religiosi, i quali li hanno usati per l’assistenza pastorale e per la distribuzione di provviste. “Insomma – conclude Monteduro – un grande sforzo di carità e vicinanza concreta alle Chiese, cattoliche innanzitutto, e alla popolazione vittima di un conflitto insensato tra due Nazioni cristiane”.