A partire dallo scorso mese di dicembre, su richiesta del vescovo di Albano, mons. Vincenzo Viva, il Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili ha avviato in diocesi una serie di percorsi di sensibilizzazione e formazione sul tema della prevenzione degli abusi nella Chiesa. I primi a essere coinvolti sono stati i presbiteri della diocesi, chiamati a confrontarsi su questa tematica, suddivisi per Vicariati territoriali, mentre da lunedì 20 febbraio, la formazione è stata estesa anche alle altre componenti delle comunità parrocchiali, a partire dai responsabili degli scout Agesci. “Tutti quelli che hanno a che fare con i minori e con le persone vulnerabili, all’interno della Chiesa – afferma il vescovo di Albano, Vincenzo Viva – devono essere ben preparati sulla tematica degli abusi, devono avere uno sguardo allenato a riconoscere i segni, per poter intervenire. Come vescovo ho sentito il dovere di puntare su questo aspetto. Noi non solo siamo chiamati a curare le ferite che ci sono, ma a prevenire il verificarsi di episodi che, spesso, tendiamo a immaginare come lontani da noi, ma che, purtroppo, possono riguardare da un momento all’altro anche le realtà che noi serviamo. Penso sia importante lavorare, oggi, sulla prevenzione non solo sull’azione repressiva”.
Altri destinatari saranno anche i catechisti, gli operatori pastorali, i consigli pastorali, le comunità religiose, le associazioni laicali, il mondo della scuola. Il percorso avviato con il clero diocesano comprende tre moduli ed è a cura di suor Grazia Vittigni. Nel primo modulo, si affronta l’argomento partendo dalla prospettiva delle vittime. Poi, si presentano le diverse tipologie di abusi (fisico, emotivo/psicologico, sessuale, abuso di coscienza o spirituale). Quindi, si continua con l’ascolto della testimonianza di alcune persone ferite. Infine, vengono presentati i segni e i sintomi che possono indicare la presenza di un abuso. Nel secondo modulo, la problematica viene affrontata dal punto di vista degli abusatori e si prova a entrare meglio nella dinamica, analizzando varie tipologie di abusatori e i segnali di allarme che vanno presi seriamente in considerazione. Nel terzo modulo, invece, viene preso in considerazione il contesto in cui avviene l’abuso. Il terzo incontro è così dedicato alla prevenzione.