Lavoro: Inapp, “occupati over 50 sono 3 volte gli under 30. Accesso dei giovani ancora troppo macchinoso”

Gli over 50 occupati sono 3 volte gli under 30. È uno dei dati che emerge dal Rapporto Plus 2022 che verrà presentato il 7 marzo presso l’auditorium dell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp) che contiene i risultati di un’indagine condotta su un campione di 45.000 individui dai 18 ai 74 anni. In una nota diffusa oggi, l’Inapp osserva che “l’accesso al mondo del lavoro per i giovani appare ancora troppo macchinoso – tra impieghi discontinui e precari – e largamente informale, contribuendo a lente transizioni verso l’occupazione stabile”. Sotto i trent’anni solo 1 giovane su 5 ha avuto una occupazione ma va pur detto che il 50% degli intervistati è ancora impegnato nel suo percorso di studi. Ogni 100 persone con un titolo di studio superiore, 77 hanno il diploma (1/3 ha un diploma tecnico e un altro 1/3 un liceo) e 23 la laurea (e di questi 4 hanno pure un master o un PhD). Il 50% di chi ha conseguito un diploma liceale ha preso una laurea.
Nel Rapporto Plus viene analizzata anche la partecipazione ad attività formative che coinvolge circa il 19% del totale delle persone tra i 18 e i 74 anni. Nel dettaglio, la formazione interessa meno chi non ha un lavoro rispetto agli occupati, in controtendenza con il resto d’Europa. Meno di 12 persone in cerca su 100 hanno seguito uno o più corsi di formazione e solo il 4,5% degli inattivi. Sempre con riferimento a chi non ha un lavoro, per gli uomini si osservano livelli di partecipazione a corsi di formazione quasi doppi rispetto alle donne. Per gli over50 si registrano i livelli di partecipazione più bassi e al contrario i laureati registrano quelli più alti (10%). Quasi il 60% delle attività formativa è svolta a distanza. La partecipazione ad attività formative degli occupati è invece superiore al 17%, molto simile tra donne e uomini. È più alta nelle classi d’età più mature e aumenta al crescere del titolo di studio (il 45% dei laureati ha fatto almeno una attività formativa). La formazione degli occupati cresce inoltre all’aumentare della dimensione d’impresa ed è particolarmente elevata per il settore servizi (38%). La modalità prevalente rimane la formazione a distanza (Fad), con circa il 70% delle attività; 13% invece la quota riferita ai corsi in aula.
“Da questi dati – ha commentato il presidente dell’Inapp, Sebastiano Fadda – emerge come la formazione non venga ancora adeguatamente utilizzata come una leva in grado di far fare un salto di qualità all’incontro tra domanda e offerta di lavoro e ai processi di riallocazione imposti dalle profonde trasformazioni del sistema produttivo. Anche sul piano personale, per chi vuole progredire nella propria carriera lavorativa la formazione, e in particolare l’apprendere ad apprendere, costituisce la base su cui costruire il proprio ruolo nel mercato del lavoro. Questo ultimo sta cambiando in modo profondo (come testimoniato anche dalle linee d’indirizzo del Pnrr, fortemente orientate verso la trasformazione digitale e l’economia verde) e senza una adeguata formazione c’è il rischio che le diseguaglianze già in atto continuino ad aumentare, marcando in modo considerevole chi ha gli strumenti per andare avanti e chi invece è destinato ad essere espulso dal mondo del lavoro”.

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