Corporate Europe Observatory, Ong per la trasparenza, denuncia l’influenza delle lobby delle Big tech sulla normativa europea per l’intelligenza artificiale (AI Act), ritenuta il primo tentativo a livello globale di regolare questa tecnologia. “Google, Facebook e Microsoft si sono avvalsi di gruppi occulti e di esperti finanziati dalle Big Tech per fare pressione sulle istituzioni europee, un lavoro che è durato anni e che sembra destinato ad avere successo man mano che il disegno di legge raggiunge le sue fasi finali”. È quanto emerge da un report pubblicato oggi da Corporate Europe Observatory (Ceo). Secondo i documenti raccolti da Ceo, le aziende tecnologiche hanno cercato di influenzare la legge sull’intelligenza artificiale (IA), attualmente in discussione, riducendo gli obblighi di sicurezza, mettendo in secondo piano le preoccupazioni per i diritti umani e creando eccezioni per alcuni dei loro principali prodotti di IA. Nel novembre scorso il lancio di ChatGpt, una chat di IA per conversazioni scritte e vocali, ha dato il via a un dibattito mondiale sull’impatto dell’IA e il potenziale incremento di diseguaglianze e discriminazioni, criticato dall’Agenzia Ue per i diritti fondamentali e dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Esistono reali preoccupazioni sull’impatto delle applicazioni dell’IA, come il riconoscimento facciale, in campo militare e di polizia e della sorveglianza dei dati su popolazioni già discriminate in Europa: rifugiati, migranti irregolari, Rom e altre minoranze etniche.