Si è conclusa la visita del Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, l’arcivescovo Claudio Gugerotti, in Siria e Turchia, stabilita d’intesa con le Nunziature Apostoliche dei due Paesi dopo il sisma del 6 febbraio scorso e le scosse successive. In un comunicato diffuso oggi il Dicastero riferisce che “durante le due giornate trascorse ad Aleppo, sabato 18 e domenica 19, è stato possibile incontrare numerose famiglie che, dopo il terremoto, hanno trovato accoglienza temporanea in spazi gestiti dalle comunità religiose, cristiane e musulmane, o in edifici pubblici come una scuola. A tutti è stato possibile esprimere la vicinanza e l’affetto del Santo Padre, che tutti hanno accolto con viva commozione”. Tra i momenti più intensi “la visita a due mamme – ospitate in una scuola e in una moschea – che proprio nelle ore del dramma avevano dato alla luce i loro bambini, che sono stati presentati al Prefetto avvolti in alcune coperte”, quella a “ad un ragazzo con disabilità, ospite presso il Collegio di Terra Santa, molto destabilizzato e impaurito dalle ore del terremoto” e ad una anziana, costretta a letto e rimasta sola nella sua casa durante le scosse; ora è accudita dalle Suore di Madre Teresa. “La condizione di anziani soli in casa, a causa dell’emigrazione dei congiunti, e privi di pensione è molto frequente e drammatica” rimarca il Dicastero. Circa gli incontri con i Vescovi e i responsabili delle Agenzie Caritative che operano in Siria o che si sono attivate per venire incontro all’emergenza del terremoto, il comunicato riporta le grandi difficoltà di approvvigionamento per le circa 210 famiglie cristiane assistite non solo pastoralmente da due frati della Custodia di Terra Santa nella provincia di Idlib (Valle dell’Oronte, ndr.). Ad Aleppo è stata attivata una commissione di emergenza che coinvolge tutte le confessioni cristiane della città. Il Dicastero denuncia “difficoltà serie soprattutto per le rimesse in danaro, che lo stesso Dicastero cercherà di risolvere con gli strumenti di cui dispone. Si è avuta l’impressione – si legge nel comunicato – che il sisma abbia ulteriormente indebolito una popolazione sfinita dalla guerra e dagli effetti delle sanzioni, che hanno reso quella Terra irriconoscibile rispetto alla relativa prosperità precedente: per questo il Prefetto ha molto sottolineato come sia necessario, superata l’emergenza, preparare un futuro che sia anche testimonianza e impegno dei cristiani a favore dell’intera popolazione siriana”. Tra le iniziative future quelle “di formazione e accompagnamento della gioventù, microprogetti per aiutare gli abitanti, falcidiati da una drammatica disoccupazione evitando l’emorragia dell’emigrazione. Va posta attenzione anche all’assistenza sanitaria a livello ospedaliero o ambulatoriale, ora fatiscente, che venga in soccorso soprattutto dei più poveri, che ora ne sono sprovvisti in modo pressoché totale”.
Nel comunicato viene ribadita la necessità di garantire “gli aiuti da parte delle Agenzie caritative (sia quelle aderenti alla Roaco, come pure le diverse Caritas Nazionali ed altre), impegnandosi a garantire un lavoro coordinato nell’individuazione dei bisogni, nell’elaborazione dei progetti e nella loro adeguata rendicontazione ai benefattori”. In questo senso, d’intesa con la Nunziatura Apostolica a Damasco, si lavorerà per dare sostegno alla Commissione Episcopale per il Servizio della Carità, “con inserimento di ulteriori figure di collaboratori qualificati. Un apposito conto corrente verrà messo a disposizione dal Dicastero, per garantire la possibilità di trasferimenti sicuri, vagliati e rendicontati. Analoghe osservazioni sono state sviluppate anche nella breve tappa nella capitale Damasco, dove il Prefetto ha incontrato, tra gli altri, il patriarca melkita Youssef Absi, Presidente dell’Assemblea dei Vescovi cattolici di Siria, Durante la sosta in Siria un missile israeliano ha provocato ulteriori vittime. Nella tappa in Turchia mons. Gugerotti ha incontrato i membri della Conferenza Episcopale Turca, con i delegati delle Caritas delle diverse circoscrizioni e di un rappresentante di Caritas Internationalis. È stata l’occasione per ascoltare le notizie provenienti dal Vicariato di Anatolia, il cui territorio coincide con quello più colpito dal sisma. La città di Antiochia – si legge nel comunicato – è praticamente distrutta, come purtroppo accadde nel passato in altri terremoti, mentre altre zone hanno subito pesanti danni. I calcoli delle possibili vittime, oltre a quelle già recuperate, fa ipotizzare cifre raccapriccianti. Le comunità cristiane si sono attivate per garantire la possibile ospitalità, progettando anche come accogliere coloro che sono rimasti senza casa, entro strutture comunitarie oppure pensando all’affitto temporaneo di unità abitative. Il Dicastero, infine, ha recepito la raccomandazione rivolta a tutti coloro che vogliono portare aiuto: quella cioè di entrare in contatto con la Conferenza Episcopale e i Delegati di Caritas Turchia, per evitare che modi di agire generosi ma improvvidi vengano vanificati da confische o blocchi di aiuti per mancanza di conoscenza dei canali possibili. Martedì prossimo in un incontro via zoom tutte le informazioni saranno condivise dal Dicastero con le organizzazioni che fanno parte della Roaco.