A cinque anni dal tragico 23 febbraio 2018 nel quale Michele Ruffino, 17enne di Rivoli vittima di bullismo, si suicidò gettandosi dal ponte di Alpignano (To), “LaV Comunicazione”, editore della diocesi di Alessandria, diffonderà un podcast video in quattro puntate (più una speciale) intitolato “Il Ponte”, che sarà disponibile online sul canale YouTube “LaV Edizioni”, sulle pagine social di “La Voce alessandrina” e della diocesi di Alessandria, e sulle pagine Facebook e Instagram dell’associazione “Miky boys”.
Ruffino – viene ricordato in un comunicato di presentazione dell’iniziativa – era un ragazzo semplice, ma la sua storia è molto speciale. Soffriva di ipotonia agli arti superiori e inferiori, causata da un vaccino scaduto che gli era stato somministrato quando aveva pochi mesi. Camminava male, Michele, e questo bastava per essere deriso, preso in giro, bullizzato. Per anni, e giorno dopo giorno, tra risatine, battute, minacce, offese: a scuola, all’oratorio, tra gli amici. Fino a quel 23 febbraio 2018, e la sua scelta di farla finita.
“Abbiamo realizzato questo progetto – spiega Alessandro Venticinque, giornalista de ‘La Voce alessandrina’ e autore del podcast – per raccontare e far conoscere questa storia a più persone possibili: nelle scuole, negli oratori e nelle famiglie. Per non spegnere la luce sulla vicenda di Michele e della sua famiglia”. A questo si aggiunge, prosegue il giornalista, il voler “aiutare i tanti, tantissimi ragazzi che come Michele sono vittime di bullismo a non sentirsi abbandonati. Infine, abbiamo realizzato questo progetto perché ciò che è successo a Michele non accada mai più. E il primo passo da fare è raccontare. Raccontare per capire, raccontare per non ripetere gli errori, raccontare per abbattere il muro del bullismo, della violenza. E del silenzio”.
“Questo podcast si chiama ‘Il Ponte’ – afferma Enzo Governale, direttore delle Comunicazioni sociali e direttore di produzione del prodotto editoriale – perché nella storia di Michele non c’è solo il ponte di Alpignano: non ci sono solo le lacrime e il dolore della famiglia, dei parenti e degli amici veri. Ce ne sono altri, di ponti, che non si vedono e non si attraversano, ma uniscono e fanno incontrare persone, storie ed esistenze. Quei ponti che, nonostante il dramma di questa storia, ci raccontano di una rinascita. E di come si può sempre ripartire e costruire”.