“Cari fratelli e sorelle, la parola dell’apostolo Paolo: ‘Non stanchiamoci di fare il bene (Gal 6,9)’ guidi la riflessione per questa Quaresima in cui la liturgia, attraverso l’ascolto delle letture domenicali, ci propone una serie di catechesi che ci conducono a riscoprire la bellezza dell’essere battezzati, chiamati dalla Trinità a diffondere nel mondo la luce della vita nuova in Cristo Gesù”. Sono queste le parole con le quali mons. Michele Seccia, arcivescovo di Lecce, apre il suo messaggio per la Quaresima 2023, che segna anche l’inizio della sua visita pastorale prevista per il 26 febbraio con la messa in cattedrale, per la quale il presule dichiara di volersi impegnare con tutte le sue energie, senza limitare la grazia che anima ognuno e che a volte è soffocata dalle tentazioni. “Avverto serpeggiare nella società civile, così come nelle nostre comunità una certa acquiescenza, un senso di scoraggiamento e di stanchezza, ma questa è una tentazione e un male nascosto che va immediatamente scacciato”, osserva il presule che invita a guardare all’energia che anima le parrocchie, ispiratrici di una Quaresima come tempo privilegiato per la guarigione dell’anima, rinnovamento dei propositi di conversione e di santità, non solo personale ma comunitaria. “La comunità parrocchiale non sia una monade isolata, bensì una cellula vitale della comunità diocesana e della Chiesa universale. Proprio per questo, rifuggiamo dalla tentazione di negare il nostro apporto convinto ed autentico al Sinodo partecipando ai diversi appuntamenti e vivendolo come stile di vita pastorale”, prosegue mons. Seccia sollecitando la creatività pastorale di ogni comunità cristiana, ricordando l’esempio di don Ugo De Blasi, l’importanza della preghiera e della comunità. “Superiamo, dunque, l’individualismo compiendo gesti di comunione nella preghiera. Essa sia per tutti noi lo strumento più idoneo per raggiungere anche chi, lontano dal Salento, vive già da un anno il terrore della guerra: pensiamo ai nostri fratelli dell’Ucraina ma anche alla Moldavia cui siamo vicini con sentimenti di cristiana fraternità. La nostra preghiera, per tutta la Quaresima, sia, senza stancarci mai, un’incessante invocazione di pace. Non stanchiamoci di allontanare il male dalla nostra vita”. L’arcivescovo ricorda il valore del digiuno corporale e l’importanza di coltivare la tenerezza, l’accoglienza, l’amore e la gioia, favorendo i rapporti umani reali e non dimenticando il bene prezioso che sono la confessione e la carità verso i poveri, assieme all’attenzione verso i più piccoli e indifesi. “Proviamo ad essere tutti più generosi: ogni nostra rinuncia diventi, soprattutto per chi non può metterlo a tavola ogni giorno, il pane quotidiano che tante volte invochiamo nel Padre Nostro”, dichiara mons. Seccia che ricorda l’impegno preso dalla diocesi per questa Quaresima nel donare alla Caritas per il sostegno delle azioni di volontariato e partecipando alla colletta nazionale lanciata dalla Cei in aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e in Siria.