È un forte invito a salire “insieme” sui “monti della vita” quello lanciato da mons. Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), nel suo Messaggio per la Quaresima diffuso oggi. “Sono tanti i monti che ci troviamo dinanzi nel percorso della vita. Sono tanti i monti sui quali voi, cari militari, avete il coraggio di salire, per gli altri e con gli altri. Sono tanti i monti che – scrive l’arcivescovo – segnano il cammino di tanti nostri fratelli, vicini e lontani, che non possiamo ignorare o dimenticare”. Quei monti portano il nome di Covid-19, della terribile guerra scatenata ormai da un anno tra Russia e Ucraina, delle calamità naturali, come il terremoto che, in questi giorni, affligge Turchia e Siria. Sono monti su cui, continua il messaggio, “si infrangono tante vite quelli dei mari che migranti e profughi non riescono a solcare, della luce che i bimbi uccisi nel grembo materno non riescono a vedere, della morte ‘somministrata’ con l’eutanasia, in situazioni di malattia o sofferenza, e non piuttosto attesa con un supporto di cure e amore”. Ma chi affronta il monte sacrificandosi per gli altri, come i nostri alpini e voi, cari militari, chiamati a prestare soccorso in tante di queste situazioni, – sottolinea mons. Marcianò – non vede la fatica, concentrato com’è a poter aiutare chi ha bisogno. Papa Francesco nel suo Messaggio, offre un’indicazione preziosa per la nostra Quaresima, che è anche legge per i ‘montanari’: camminare insieme, salire e arrampicarsi in cordata. È il senso del Sinodo che la Chiesa sta celebrando, ricorda il Santo Padre, per stimolare la condivisione e la comunione”. “È il camminare insieme che trasfigura i monti delle pandemie, delle calamità, delle guerre, come pure di ogni forma di sofferenza, malattia, minaccia alla vita umana. È il camminare insieme che, già nella fatica condivisa, anticipa il meraviglioso paesaggio di gioia e amore che la vetta regalerà – conclude il messaggio –. Chi sale così, impara che il monte della luce e della gioia non è un altro monte: è il camminare insieme che ci trasfigura e può fare di ogni monte, anche il più terribile, il Monte della pace”.