“Lasciamo che il Signore parli al nostro cuore e ritorniamo a Lui, nostro unico Signore e Maestro. Facciamo tesoro delle sue parole: ‘Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva!’. ‘Coraggio, alzati, ti cerca!’. ‘Io sono con voi, sempre!’”. È l’esortazione con cui si chiude il messaggio che il vescovo di Cuneo e Fossano, mons. Piero Delbosco, ha indirizzato alle comunità diocesane in occasione della Quaresima. “Per la Chiesa – ricorda il presule – sono quaranta giorni in cui siamo chiamati a crescere nella preghiera, nella carità e nell’essenzialità: sono valori importanti per i credenti”.
Il vescovo sottolinea poi che “quest’anno stiamo vivendo l’accorpamento delle nostre due diocesi. Siamo chiamati a camminare insieme con profonda riconoscenza a Dio per le storie e le ricchezze che abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto. Occorre guardare nella stessa direzione unendo le forze per poter rispondere sempre meglio alle attese di chi riflette e cerca Dio”. “Il Sinodo interdiocesano ci ha consegnato l’impegno del rinnovamento del nostro essere Chiesa. Partiamo dalle nostre realtà e chiediamoci se siamo veramente ‘Chiesa del Signore’”, prosegue mons. Delbosco, ricordando che “per quest’anno pastorale 2022-23, avevo indicato a tutte le realtà, parrocchiali e non, di riflettere sul libro degli Atti degli Apostoli. So che tanti stanno facendo un bel cammino di preghiera, di ascolto e di riflessione con quello che era la comunità cristiana delle origini formatasi attorno ai Dodici dopo la Pasqua. Gli Atti ci offrono un quadro del clima che c’era tra quei primi credenti. Se lo confrontiamo con ciò che ci dice san Paolo emerge anche la ricerca vera della comunione che passa anche in mezzo a delle prove. Mi permetto di incoraggiare quest’incontro col testo degli Atti specie con momenti di catechesi e di riflessione da offrire a tutti”. Il vescovo si sofferma poi sulle parrocchie del territorio diocesano: “Ritengo sia arrivato il momento di iniziare a interrogarci, ad analizzare il contesto della vita sociale, a pensare se sia opportuno anche una revisione del numero”, afferma, precisando che “non vi sono ricette che orientino eventuali scelte. In questo momento vi sono già esperienze diverse di vera collaborazione e vicinanza tra comunità vicine. Le unità pastorali iniziano a dare un respiro più ampio ai singoli ambienti. Qualcosa si sta già muovendo”. “Non voglio fare scelte affrettate”, assicura mons. Delbosco: “Piuttosto desidero mettermi in ascolto delle singole realtà perché ciò che conta è far sì che passi il Vangelo del Signore Gesù e possa crescere la vita cristiana”.